Calcio C, il presidente Brunelli alza la voce: "Qua resta solo chi ama il Ravenna: basta alibi, voglio gente propositiva"

Romagna | 19 Dicembre 2019 Sport
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Ilja Arcozzi
Epica svanita. Anno calcistico terminato. Un Ravenna in crisi era pronto ad affrontare domenica al Benelli un suo fresco ex allenatore che ha lasciato un gran bel ricordo come Mauro Antonioli, alla guida della Fermana, per uno scontro salvezza fondamentale. E invece niente da fare. Game over, nessun ultimo match dell’anno in casa davanti ai propri tifosi. Il direttivo della Lega Pro ha infatti deciso di indire una giornata di sciopero per il campionato di serie C. Una scelta dura e concertata in maniera compatta dalle società, che è stata adottata per sensibilizzare il governo e il parlamento sul tema della defiscalizzazione per i club associati. Per capire al meglio di cosa si tratta, ecco un passaggio del comunicato ufficiale della Lega Pro: «Decidere di fermarci non è stato semplice ed è stata una decisione a lungo meditata e travagliata. Abbiamo deciso di andare avanti perché devono dirci se serviamo per le funzioni che svolgiamo. Abbiamo chiesto la defiscalizzazione/credito di imposta. Per fare cosa? Per darci una mano ad abbassare i costi ed avere risorse da reinvestire in infrastrutture materiali (centri sportivi per i giovani) e in infrastrutture immateriali (formazione dei giovani)…Le risposte non ci sono, si continua con i rinvii. Ci fermiamo, il campionato di C riprenderà il 12 gennaio 2020. C’è il tempo necessario perché il Governo ed il Parlamento ci diano le risposte concrete di cui abbiamo necessità». Questo il comunicato, anche se tra mercoledì e giovedì, a giornale chiuso e già in stampa, un tavolo tecnico tra i rappresentanti della Lega Pro e del governo potrebbe anche aver cambiato le carte in tavola, con lo sciopero pronto a rientrare in caso di fumata bianca o accordo tra le parti. Il presidente del Ravenna, Alessandro Brunelli, come tutti i colleghi ha comunque appoggiato in pieno la decisione del direttivo. Nel frattempo, il sodalizio giallorosso è in silenzio stampa e il suo numero uno è l’unico autorizzato a parlare. Una scelta maturata dopo il ko per 2-0 incassato sabato scorso dai ragazzi di Foschi in quel di Modena: «Non è un silenzio attuato contro la stampa. Vogliamo solo creare un clima di assoluta tranquillità attorno alla squadra e consentirle di concentrarsi al massimo sul lavoro. C’è sembrato anche giusto interrompere una serie di dichiarazioni blande ed ininfluenti, non tolleriamo più atteggiamenti del genere. Vogliamo gente propositiva che non si rifugia dietro a frasi di facciata, gli alibi sono finiti. A Ravenna resta solo chi ama questi colori e lo dimostra con i fatti». I bizantini hanno chiuso il 2019 al quindicesimo posto, con solo due punti di vantaggio sulla zona playout: «I giocatori che sono qui sono adatti a questa categoria. Probabilmente non hanno ancora capito che devono dimostrare molto di più. Questo è un campionato complicato e devono gestirlo da giocatori veri. Se qualcuno non si trova bene basta che bussi alla nostra porta e si faranno dei ragionamenti. Riscontriamo un atteggiamento di lassismo che non ci sta bene. Iniziamo a mettere delle regole rigide - termina
Brunelli - perché la squadra ha i mezzi per cambiare questa situazione».
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