Calcio C, dentro la crisi del Ravenna: "Ma la squadra è sempre viva"
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Ilja Arcozzi
Modo peggiore di arrivare alla sfida esterna con la capolista Vicenza proprio non ci poteva essere. Avevamo lasciato il Ravenna afflitto dopo la batosta per 4-1 subita sul campo del Carpi e dopo una settimana lo abbiamo ritrovato sull’orlo di una crisi preoccupante. Nel breve volgere di sei giorni, infatti, i giallorossi sono stati prima eliminati dalla coppa Italia per mano dei cugini del Cesena, che mercoledì 6 hanno violato il Benelli con un pirotecnico 2-4 (Nocciolini e Fiorani), poi si sono dovuti inchinare tra le mura amiche alla legge dell’Airone: il bomber Andrea Caracciolo. La FeralpiSalò lunedì scorso ha portato via i tre punti dalle lande bizantine proprio grazie ad una doppietta dell’attaccante, che ha reso inutile la rete su rigore di Nocciolini ed il successivo tentativo di rimonta dei ragazzi di Foschi.
Il rischio di una crisi c’è, come testimonia l’andamento del Ravenna in questo ultimo periodo. Basterebbe sottolineare che i giallorossi in 14 giornate hanno già perso otto volte, un dato preoccupante, visto che nella passata annata in totale le sconfitte erano state 11. Un punto nelle ultime cinque uscite di campionato, quello conquistato nel derby casalingo con il Cesena, caratterizzate dall’esorbitante cifra di 12 reti al passivo, fa suonare un assordante campanello d’allarme: il baratro non è poi così lontano, la zona playout è appena dietro l’angolo, ad un solo punto di distanza. Poca qualità, soprattutto sugli esterni e al centro della difesa, scarsa attenzione, una rosa corta e la condanna perenne a passare in svantaggio, accrescono il pericolo. Del resto se la retroguardia bizantina, che ha già incassato 24 gol, è la peggiore del girone, un motivo pure ci sarà.
L’anno scorso l’undici di Foschi aveva subito al massimo due ko consecutivi: era accaduto tra la seconda e terza giornata, alla quindicesima e sedicesima, ed alla ventisettesima e ventottesima. I passivi più gravi erano stati quelli di Trieste (3-0) e Salò (3-0), mentre la serie più lunga senza assaporare la vittoria era stata di cinque turni, tra l’ultima di andata e la quarta di ritorno, con tre punti all’attivo. In questa stagione quei record negativi sono già stati superati tutti: se si considera la sconfitta nel derby di Coppa, sono infatti tre le battute d’arresto di fila patite dal Ravenna. I ko più pesanti sono stati quelli di Verona (3-0) all’undicesima giornata, di Carpi (4-1) alla tredicesma e il 2-4 interno di Coppa contro il Cesena. La serie nera che i giallorossi stanno attraversando s’è allungata a cinque uscite, come quella del 2018/19, ma questa volta è appena uno il punto messo in cassa dai bizantini.
Siamo dunque di fronte al periodo peggiore della gestione Foschi. Oltre alle palesi difficoltà difensive, va annotata anche l’anemia in zona gol. In questa striscia negativa di risultati il Ravenna ha siglato quattro reti: un autogol, una marcatura di Purro e due del solito Nocciolini, che resta l’unica ancora di salvezza per i giallorossi. «La squadra sta dimostrando di essere viva e contro la Feralpi non meritavamo di perdere - spiega Foschi - dobbiamo lavorare e aspettare che passi la bufera. Lotteremo punto a punto fino all’ultima giornata per la salvezza».