Calcio, 20 anni fa il Faenza salutava la C per sempre, il ricordo di Regno: «Sono diventato allenatore anche grazie a quel triennio»

Romagna | 31 Luglio 2022 Sport
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Alla guida dell’ultimo Faenza tra i professionisti c’era Carlo Regno, oggi storico vice di Davide Ballardini, che 20 anni fa chiuse con la retrocessione un triennio formativo, dentro e fuori dal campo, che ricorda ancora molto volentieri: «Se sono diventato allenatore, prendendo il patentino di prima categoria ed entrando stabilmente nello staff di Davide Ballardini, il merito è anche del Faenza e di quel triennio trascorso sulla panchina biancazzurra. Ho solo ricordi bellissimi - racconta Regno - tranne quel maledetto finale contro il Sassuolo. I primi due anni furono ricchi di soddisfazioni, nel terzo siamo retrocessi solo a pochi minuti dalla fine del playout contro una squadra che, da quel momento, ha cominciato la propria scalata verso cime impensabili». A livello calcistico Regno ricorda non solo quello che accadde dentro il campo, ma anche fuori: «Con i dirigenti e la squadra sono rimasto in ottimi rapporti, sento spesso il general manager Giovanardi e il presidente Minardi. Faenza 20 anni fa era una piccola oasi felice, c’era tanta gente che veniva allo stadio, era piacevole giocare al Neri, perché si respirava il calore della gente e in casa avevamo un ottimo seguito di tifosi. Personalmente sono stato molto bene. Ripeto, potrò solo dire grazie alla città, al club e al presidente». La retrocessione di 20 anni fa è stata la sigla di chiusura più dolorosa, ma Regno conserva anche ottimi ricordi dentro al rettangolo verde: «Primo tra tutti la salvezza ai playout ottenuta l’anno prima con la Maceratese». Due parole anche su un aspirante campione come Floccari: «Sergio giocava nella Berretti del Mestre e un giorno scese in campo contro il Faenza. Il direttore sportivo Tacchi mi disse: “Carlo, questo è forte”. Io gli risposi: “Non è forte, è fortissimo. Prendilo, perché uno così non ce l’abbiamo”. Anche per Sergio, l’esperienza al Faenza è diventata un trampolino di lancio ed è stato bellissimo ritrovarlo alla Lazio».
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