Il centro culturale «M.Guaducci» di Zattaglia con il Comitato scientifico regionale del Cai, la Federazione Speleologica E/R, il Gruppo Sportivo Valsintria e la Società di Studi Naturalistici della Romagna, ha riproposto al Comune di Casola Valsenio e all’Ente di Gestione Parchi e Biodiversità in Romagna il progetto di un museo sulle cave di lapis specularis presenti nella Vena del Gesso romagnola. Tali cave sono state scoperte tutte negli ultimi vent’anni, a partire dalla Grotta (in realtà rivelatasi, appunto, una cava-miniera) della Lucerna esplorata dagli speleologi di Mezzano nel 2000 e possiedono un interesse storico-archeologico essendo di età romana e riguardando un materiale commerciato in tutto il Mediterraneo come surrogato del vetro e identificato in parecchi siti fra cui Pompei. Già nel 2017 era stato elaborato un progetto d’intesa con la Soprintendenza per realizzare il museo nell’edificio donato dal mecenate Arrigo Salvaterra. «Tutta la comunità di Zattaglia è partecipe di questo progetto - scrivono i proponenti - e ben 193 persone, oltre a 15 aziende, agricole, artigianali e commerciali, l’hanno sottoscritto. Il lapis è stato oggetto in questi vent’anni di ben quattro convegni internazionali, di due pubblicazioni monografiche scientifiche, di un filmato, di un sentiero tematico e di un intervento che ha reso visitabile una delle cave, quella di Ca’ Toresina a Monte Mauro. Inoltre un museo del genere si integrerebbe benissimo nel circuito geologico e archeologico già realizzato dal Parco, collegandosi poi con i musei civici di Faenza ed Imola. Le amministrazioni pubbliche devono essere parte attiva di questo progetto».Ulteriori dettagli nella conferenza che si terrà martedì 25 maggio alle 20.30 al Museo civico di Scienze Naturali in via Medaglie d’Oro. (sa.ba.)