Brisighella, inaugura la cava di Lapis di Ca’ Toresina dopo gli interventi di pulizia

Romagna | 24 Luglio 2020 Cronaca
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Sandro Bassi - La grotta o cava di Ca’ Toresina si trova sul versante sud della rupe gessosa fra la sella di Ca’ Faggia e la cima di Monte Mauro; venne scoperta nel 2014 dagli speleologi del Gam (Gruppo Amici della Montagna) di Mezzano, da tempo impegnati nella ricerca delle cavità naturali e artificiali della zona. Naturali e artificiali poiché, oltre ai «normali» fenomeni di carsismo dovuti all’azione chimica delle acque sul gesso (roccia solubile per eccellenza) e costituiti da grotte, fin dal 2000 sono state trovate a Monte Mauro una ventina di antiche cave-miniere di lapis specularis; quest’ultimo è un surrogato del vetro, derivante da ricristallizzazioni del gesso (gesso secondario, in pratica costituito dalle venature più pure e quasi trasparenti, di un caratteristico color miele), citato da Plinio e notoriamente utilizzato dai Romani per piccole finestre di abitazioni, di serre, di portantine e di alveari; inoltre, ridotto in piccoli frammenti luccicanti, il lapis veniva usato per cospargere i pavimenti in occasione di feste e cene, come simbolo della propria elevata condizione economica e sociale e come ostentazione del lusso. La prima scoperta, vent’anni fa, fu quella della grotta della Lucerna, cavità di remota origine naturale ma che presentava evidenti segni di scavo, allargamento e di adattamento per estrarre materiali. La grotta di Ca’ Toresina rientra nella stessa tipologia, anzi, con i suoi 50 metri di sviluppo risulta la più importante cavità interessata all’estrazione del lapis dopo quella della Lucerna. Anch’essa, come la Lucerna, all’atto della scoperta si presentava in gran parte riempita da detriti che la occludevano ed ha richiesto quasi un anno di lavori di disostruzione e pulizia. Oggi è ben percorribile (ma solo con autorizzazione essendo normalmente protetta da un cancello, chiuso a cura del Parco e della Federazione Speleologica), con una galleria larga da 1 a 3 metri e alta dai 3 fino a 7-8 metri, in massima parte artificiale seppur con tracce dell’originaria formazione carsica; le pareti quasi ovunque recano segni di scalpellatura poi coperti, almeno in parte, da successive concrezioni naturali di gesso. In più punti, come alla Lucerna, sono stati trovati scassi e nicchie per appoggiarvi lumi e posizionare travi. Durante i lunghi lavori di rimozione dei detriti, sono state trovate alcune centinaia di lastrine di lapis che presentano chiare tracce di lavorazione a sega: ciò ha fatto ipotizzare che la prima lavorazione avvenisse subito, in loco, all’interno della cavità o in prossimità dell’ingresso. Si tratta di lastre spesse in media mezzo centimetro, alcune già squadrate in forma rettangolare.  Diversi materiali ceramici rinvenuti presso i residui di quattro focolari hanno infine permesso una attribuzione cronologica abbastanza precisa: in particolare sono venuti alla luce i frammenti di un bicchiere in argilla con tracce di verniciatura, di olle (pentole) in ceramica grezza e di coperchi, tutti databili fra V e VII secolo d.C.

Visite il 25 luglio
Sabato 25 si terranno due visite, alle ore 9 e alle 14.30. alla cava di Ca’ Toresina. Per raggiungereil sito è possibile arrivare in auto a Monte Mauro fino al parcheggio Rio Stella. Servono mascherina, gel igienizzante e sacchetto personale. Verranno forniti caschetti e cuffie monouso. E’ necessario avere con sé acqua e indossare scarpe con suola tassellata. Dopo la visita ci sarà la possibilità di effettuare una breve escursione fino a Monte Mauro. Per prenotazioni (obbligatoria): 333/3817957 (fascia oraria 9/18).
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