Brisighella, Franco Spada racconta il suo libro dedicato alla coltivazione e alla creazione della Dop
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Riccardo Isola - «Ho voluto raccontare l’ulivo, l’olio, la cultura agronomica di questo territorio e i protagonisti che ne hanno portato il nome e il riconscimento in giro per l’Italia e nel mondo. L’ho fatto con un’ottica divulgativa, non per addetti ai lavori, raccontando i protagonisti di questa importante testimonianza della qualità agroalimentare di queste terre». Così Franco Spada, storico presidente della Cab di Brisighella, nonché uno dei fautori e riconosciuti padri putativi della Denominazione di origine protetta dell’Olio extravergine d’oliva Brisighella, riassume la forma e i contenuti di un libro appena uscito e curato dallo stesso. Si tratta del testo «L’ulivo - Un protagonista del nostro territorio». Libro facente parte della collana dei «Quaderni della Fondazione», realizzata dall’associazione «La Memoria storica di Brisighella - I Naldi - Gli Spada». Quasi 200 pagine, suddivise in sette capitoli, in cui l’autore ripercorre «un successo riconosciuto in tutta Italia per un’eccellenza del territorio e della cultura agronomica e agroalimentare delle colline della Vena del Gesso e non solo. La Dop, infatti, prende dentro anche e valli del Senio e quella del Tramazzo. Dalle terre e le persone fino ad arrivare ai metodi di coltivazione, raccolta e lavorazione - spiega Spada - si susseguono in pagine che sottolineo vogliono essere narrative e divulgative non interessanti solamente gli addetti ai lavori. Non mancano approcci anche più scientifici e normativi, come il disciplinare della Dop, la presentazione geologica dell’areale ma anche approcci più umani e antropologici come la storia della Cooperativa che di fatto ha permesso tutto questo». Un racconto e una narrazione tutta da assaporare come quello straordinario prodotto della terra figlio della «Nostrana» di Brisighella. Tra i «debiti» culturali che Spada sottolinea nel libro si devono riconoscere alla straordinaria ascesa dell’Evo brisighellese c’è sicuramente quello della famiglia di ristoratori Raccagni. Nel caso specifico soprattutto a «Nerio, che grazie alla sua grande capacità di interloquire con giornalisti, gastronomi e ristoratori, non a caso è stato uno dei fondatori dell’Associazione italiana sommelier, ha permesso di far conoscere l’olio di Brisighella ai palati che contavano e quindi innescare, nei produttori e negli amministratori, quella scintilla che poi ha portato al successo che oggi vediamo riconosciuto per questo straordinario prodotto». Pagine scritte con il cuore e con l’amore, oltre che la competenza, di un figlio dell’Olivo verrebbe da dire che ha passato più della metà della sua vita a contatto con questo unicum romagnolo e faentino. Questo volume «è una mia testimonianza - conclude Spada - di come un prodotto semplice, naturale, secolare come l’oliva, e quindi l’olio, possa dare un grande valore aggiunto a un territorio, alla sua economia. Il tutto proiettando il terroir in un futuro in cui qualità, sostenibilità e rispetto dell’ambiente e del cibo diventano sempre più imprescindibili». Binari sui quali Brisighella, con la sua civiltà dell’olivo, corre ormai, con caparbietà, da decenni. E ora, da Spada, cosa ci si deve aspettare? «Che si ritorni subito in campo a raccogliere le mie olive. Un prodotto quest’anno oltre ad essere tante sono anche proprio belle».