Bologna, Zaki: "Non so se aspettarmi qualcosa di buono dall'udienza"
"Non sono sicuro di potermi aspettare che qualcosa di buono accada. Ma devo essere ottimista, devo sperare, avere speranza" Così, intervenendo in videocollegamento con la Festa dell'Unità di Bologna, Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Alma Mater, che dopo 22 mesi di carcere si trova ancora nel suo Paese in attesa della fine del processo che lo vede imputato e la cui prossima udienza è in programma il 27 settembre.
"Anche se cerco di sembrare felice e sorridente", ha proseguito riferendosi alla reclusione, "è stata un'esperienza dolorosa. Qualsiasi cosa cerchi di fare per sorridere è stata un'esperienza dura. Non riguarda solo me, chiunque viva il carcere diventa un'altra persona, anche dopo essere stato rilasciato, è un trauma e ci vorrà tanto tempo a sanare". Ad ogni modo, ha proseguito Zaki, "sono stato fortunato perchè io lavoro in questo campo", quello dei diritti umani, "da tanto tempo, ho sentito tante storie. I primi giorni - ha osservato ancora - è stato durissimo, sto cercando di fare il meglio per adattarmi e lavorare su me stesso per ritornare il vecchio Patrick. Sono sempre stato un difensore dei diritti umani e continuerò ad esserlo. Continuo a lavorare sui diritti umani a fare ricerca sui diritti umani: non ho perso questa passione, il carcere non me la ha tolta e continuerò" E da tifoso del Bologna, Zaki, non ha mancato di commentare l'esonero, in casa rossoblù, di Sinisa Mihajlovic. "Sto seguendo il Bologna quotidianamente - ha concluso - : voglio dire grazie a Mihajlovic. E' un grande uomo e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto. Comunque sosterrò la squadra, i giocatori, la società: chiunque sia il nuovo allenatore continuerò a seguire il Bologna. Andiamo avanti credendo nel Bologna"