Bologna, dal 23 al 25 arriva «Slow Wine Fair» con una buona delegazione di Romagna

Riccardo Isola - Ci siamo. La prima vera grande fiera internazionale dedicata al vino, in Italia, per questo 2025, prende il via. Con Slow Wine Fair Bologna diventerà per tre giorni la capitale, mondiale, del vino «Buono, pulito e Giusto». I pilastri della filosofia dell’Associazione nata in Piemonte quasi quarant’anni fa (era il 1986 ndr), si ritroveranno nei padiglioni 15-20, attraverso una pattuglia ricca e diversificata di vigneron, italiani e non solo (per i numeri vedi box). L’appuntamento felsineo apre così la lunga parentesi della vetrina enologica nazionale. L’evento non sarà solo un modo, diretto, per entrare in contatto e in dialogo con i cultori della vigna, ma sarà una vetrina d’approfondimento su trend, prassi, filosofie che sul rispetto, sulla sostenibilità e sulla giusta compensazione economica ne fanno operatività quotidiana. In tutta la filiera del vino. Non a caso il tema di quest’anno verte proprio su come il packaging possa fare la differenza. Un argomento trascurato, ma che diventa invece molto attuale e importante. Dopo aver approfondito il tema della salute del suolo nell’edizione precedente, Slow Wine Fair 2025 amplia la riflessione sull’impatto ambientale del vino, concentrandosi su aspetti come il packaging e la logistica. L’obiettivo è discutere innovazioni e alleanze possibili per ridurre il costo economico e ambientale della produzione vinicola: un dibattito che coinvolgerà produttori, consorzi, operatori del settore e appassionati, offrendo una visione a 360 gradi sulla sostenibilità nel mondo del vino. In fiera non mancheranno in aggiunta ai banchi d’assaggio, momenti di approfondimento come masterclass, convegni, premi e approfondimenti vari. Inoltre tutti coloro che passeggeranno nei padiglioni bolognesi potranno trovare anche il cibo. Qui saranno così dislocati 14 food truck con tante specialità regionali e proposte vegetariane e vegane. Inoltre la filosofia Slow dalla vigna alla cantina troverà anche un altro alleato nella diffusione dei messaggi legati a un nuovo modo di vedere, fare e commercializzare uno dei prodotti simbolo del Made in Italy in tavola: il Sana. Per quanto concerna Sana questa, dal 1988, è la prima fiera in Europa ad aprire le porte al mondo del biologico e del naturale. Da subito si focalizza esclusivamente sui prodotti agroalimentari biologici, con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze italiane e internazionali del settore. In tema di numeri 80 gli operatori presenti e provenienti da 14 Paesi con più di 200 aziende espositrici che incontreranno gli operatori nelle tre giornate di fiera. Il mercato del biologico in Italia ha un valore di circa 5,5 miliardi di euro con quasi 93mila operatori, tra produttori, trasformatori e importatori. Inoltre gli ettari coltivati con metodo biologico ammontano a oltre 2,3 milioni, rendendo l’Italia terza sul podio europeo, dietro a Francia e Spagna, mentre le coltivazioni bio rappresentano il 18,7% della superficie agricola nazionale. La percentuale più elevata nel continente. L’export biologico Made in Italy cresce in modo costante dal 2012 (+203%), con un’incidenza del 6% sul totale dell’export agroalimentare. L’incidenza diventa ancora più marcata nel caso del vino biologico, rappresentante l’8,5% sul totale dell’export vitivinicolo.
Ecco tutti i numeri che caratterizzano l’evento fieristico
Saranno oltre 1.050 gli espositori provenienti da tutte le regioni italiane e da 30 Paesi esteri. Ben 157 cantine estere, più del 50% delle quali certificate biologiche o biodinamiche, e oltre 6.000 etichette In degustazione All’interno della Casa Slow Food focus principale dell’edizione di quest’anno sarà la biodiversità, attraverso il racconto dei Presìdi Slow Food del vino. Agli incontri si aggiungono 17 masterclass, degustazioni guidate dedicate a varietà autoctone, vini artigianali ed etichette internazionali, e le iniziative promosse da collettive e istituzioni territoriali. Inoltre per la prima volta, approda a Slow Wine Fair uno spazio dedicato alla Slow Food Coffee Coalition, dove cinque torrefattori mostrano come approcciarsi all’assaggio in modo consapevole, riconoscere e imparare a scegliere un caffè di qualità. Tra le novità, anche i produttori di sidro, bevanda ottenuta dalla fermentazione del succo di mele pressate. Sono cinque gli espositori, provenienti da Trentino, Veneto, Polonia e Svezia. Tra le conferme, la Fiera dell’Amaro d’Italia. Giunta alla quinta edizione, torna a BolognaFiere con tante novità e 26 realtà provenienti da 13 regioni italiane, oltre a un’area dedicata agli spirits. Nel Mixology Lab gli espositori hanno l’opportunità di illustrare le caratteristiche e i metodi di produzione dei propri prodotti, mentre i bartender di Drink Factory li valorizzano, elaborando cocktail inediti da far degustare al pubblico. Non manca una nutrita selezione di food truck distribuiti nei padiglioni di Slow Wine Fair e Sana Food, con un’ampia scelta di proposte anche vegetariane e vegane. Tra gli appuntamenti più attesi, anche il Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow, assegnato dagli appassionati e da una giuria di professionisti del settore a 13 categorie, 8 territoriali e 5 tematiche. La premiazione si svolge lunedì 24 febbraio presso la Sala Reale Mutua.
Trebbiano e Albana vitigni da conoscere nelle masterclass
Il 23 febbraio, alle 12.30, al Padiglione 20 Sala 2, la regina dei bianchi romagnoli, l’Albana, sarà protagonista di una masterclass. Dopo tanti anni di oblio e di valorizzazione enologica focalizzata principalmente sui rossi a base Nebbiolo e Sangiovese, il bianco italiano sta uscendo dal cono d’ombra per guadagnarsi le luci della ribalta. Se il futuro del settore potrà crescere ancora lo farà anche grazie ai bianchi autoctoni per la qualità dell’assaggio e per il rapporto tra la qualità e il prezzo che non ha nulla a che fare con i competitor francesi o tedeschi. Tra le varietà che negli ultimi anni è riuscita a segnalarsi per la sua suadenza, piacevolezza, modernità di assaggio c’è l’Albana, un vitigno storicamente diffuso nelle province romagnole e che è molto poliedrico sia nella classica vinificazione in bianco sia nella versione macerata/orange sia come vino dolce. Insomma, un tesoro che solo recentemente ha iniziato ad affermarsi con forza. In questa degustazione si esploreranno sei differenti Albana nelle diverse versioni produttive (bianco, macerato, dolce) e al tempo stesso si racconteranno i principali territori di produzione per fama e vocazionalità. Il 25 febbraio, invece e sempre all’interno del Padiglione 20, Sala 2, alle 11.30, ci sarà un momento di approfondimento sul Trebbiano. Negli ultimi venti anni, la scarsa considerazione che aveva questo vitigno, un tempo vino da taglio o da base (spiumante, vermut, ecc), si è decisamente invertita, complici i successi di grandi produttori abruzzesi e toscani, e successivamente emiliano-romagnoli. Nella degustazione di martedì, Il trebbiano, da varietà negletta a risposta possibile al cambiamento climatico, vengono proposte sei versioni, dell’Emilia e della Romagna, sia con vinificazione tradizionale in bianco sia con rifermentazione ancestrale in bottiglia, per mostrare l’importante ruolo di questo vino per il futuro della viticoltura e dell’enologia. Per partecipare a queste masterclass, è necessario prenotarsi online cliccando sul bottone «Registrati». Tra gli eventi del Wine Fair Off si ricordano quelli del 23 febbraio a Palazzo Varignana (Castel San Pietro Terme) dove saranno ospitate tre appuntamenti dedicati alla degustazione di vini e oli, in programma alle 12, alle 17 e alle 19. Sempre negli stessi orari, a Palazzo Varignana è prevista una degustazione di soli vini accompagnati da un assaggio di prodotti del territorio.
La pattuglia romagnola presente in fiera
Le cantine romagnola presenti in Fiera sono in totale quarantotto sulle quasi cento realtà presenti a livello regionale. Suddivise per provincia ecco la distribuzione. Per il territorio compreso tra Forlì e Cesena saranno all’evento diciannove aziende: Bissoni (Bertinoro), Celli (Bertinoro), Chiara Condello (Fiumana Di Predappio), Giovanna Madonia (Bertinoro), Il Pratello (Modigliana), La Casetta Dei Prati (Modigliana), La Collina Del Tesoro (Forlì), Maria Galassi (Cesena), Montaia (Cesena), Multiliana (Modigliana), Noelia Ricci (Predappio), Podere La Grotta (Cesena), Spalletti (Savignano Sul Rubicone), Tenuta Casali (Mercato Saraceno), Tenuta La Viola (Bertinoro), Tenuta Santa Lucia (Mercato Saraceno), Villa Papiano (Modigliana), Villa Venti (Roncofreddo) e Vino.3 (Forlì). Per la vicina Provincia di Ravenna saranno anche qui diciannove. Per la precisione: Ancarani (Faenza), Ca’ di Sopra (Marzeno), Azienda Agricola Manetti Filippo (Brisighella), Baccagnano (Brisighella), Cantina Bulzaga (Brisighella), Cantina Casadio (Cotignola), Collina (Brisighella), Fattoria Zerbina (Faenza), Fondo San Giuseppe (Brisighella), Francesconi Paolo Viticoltore (Faenza), La Casetta (Castel Bolognese), Menta e Rosmarino (Russi), Randi Vini (Fusignano), Tenuta Nero Del Bufalo (Sant’Agata Sul Santerno), Tenuta Uccellina (Russi), Tenuta Bacana (Brisighella), Tenute Tozzi (Casola Valsenio), Terre della Rocca (Riolo Terme) e Villa Liverzano (Brisighella). Per il riminese la pattuglia sarà composta da quattro realtà: Cantina Franco Galli (San Giovanni in Marignano), Podere Vecciano (Coriano), San Patrignano (Coriano Di Rimini) e San Valentino (Rimini). Si aggiungeranno poi anche due Associazioni di produttori: Modigliana Stella dell’Appennino e Brisighella Anima dei Tre Colli. Per il territorio imolese le cantine a Bologna saranno Fattoria Monticino Rosso (Imola), Giovannini (Imola), Palazzo di Varignana (Castel San Pietro Terme) e Tre Monti (Imola).