«Bianca luce nera» sulle balere, l'impatto di Extraliscio sul mondo del ballo

Romagna | 12 Marzo 2021 Cultura
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Federico Savini
Il dodicesimo posto assoluto, il terzo al premio della critica e lo stesso nella serata delle cover (dove però avrebbero dovuto vincere) per gli Extraliscio equivalgono a un trionfo. Al 71° Festival della Canzone Italiana, insieme alla band di Mirco Mariani e Moreno il Biondo hanno preso parte anche artisti della provincia di Ravenna come il tonante cantante Mauro Ferrara (Carlini, il vero cognome), che nel brano Bianca Luce Nera si è limitato ai cori, sfoderando potenza e classe d’altri tempi sul Rosamunda Medley che ha travolto l’Ariston, facendo scoppiare in un boato anche i membri dell’orchestra. E poi, a ballare a passo di polka (sul tempo sudamericano di Bianca Luce Nera) nelle ultime due serate è comparso il grande ravennate Bruno Malpassi - uno dei padri del ballo liscio - insieme alla figlia Monia.
Per il resto il gruppo ha, prevedibilmente, fatto storia a sé, osannato da una parte della critica ma ancora vittima dei pregiudizi della restante parte (sui giornali nazionali si sono lette cose ai limiti dell’irriferibile, sulla presunta natura intrinseca del liscio come musica di serie B).
Ma sono altre due le domande che questa partecipazione lascia in sorte. La prima è se Bianca Luce Nera si possa considerare liscio. La seconda è se questa esibizione degli Extraliscio, che con la loro formula eclettica e anti-filologica hanno già fatto arrabbiare alcuni intransigenti puristi, darà nuovo slancio al mondo delle orchestre e delle balere, in grande sofferenza con la pandemia che vieta il ballo di coppia.
Per questo abbiamo contattato un’editore tecnicamente «rivale» come Galletti-Boston, rappresentato da Anna Galletti e che ovviamente ha eccome interesse nel rilancio nazionale del liscio, Giordano Sangiorgi del Mei come organizzatore della Notte del Liscio, il musicologo Franco Dell’Amore e il presentatore tv e divulgatore Gianni Siroli.

Anna Galletti
«La balere sono state le prime a chiudere e saranno le ultime a riaprire, le orchestre sono prostrate e gli editori soffriranno a lungo i mancati introiti di un’annata senza ballo. Di fronte a questo scenario, anche solo portare il liscio all’attenzione del pubblico televisivo è una grande cosa. Quarant’anni fa Raoul Casadei un po’ di tv l’aveva fatta, ma da allora il liscio è sempre stato bistrattato dai grandi media. Gli Extraliscio hanno vinto dei pregiudizi, perché l’Italia ha conosciuto un cantante come Mauro Ferrara e musicisti davvero incredibili come Moreno il Biondo e Fiorenzo Tassinari, inseriti nel contesto di una musica - quella architettata da Mirco Mariani - che magari non sarà ballata dal pubblico delle balere ma secondo me rappresenta una nuova ramificazione della musica da ballo, così come Castellina e Bagutti si sono distinti dal solco romagnolo di Casadei. Bianca Luca Nera è una rumba-beguine, quindi è musica da ballo, stravolta e originale quanto vogliamo, ma da questo punto di vista è coerente al liscio. L’entusiasmo servirà come l’aria che respiriamo al mondo delle balere, chiamato a riprendersi da una crisi durissima»

Giordano Sangiorgi
«Questo rilancio sanremese del liscio aiuterà eccome la riviera, le sagre e le balere. è un’imponente campagna promozionale e ha dimostrato che il liscio sa stare al passo coi tempi. Nel 2016 gli Extraliscio fecero proprio al Mei, a Faenza, il loro primo concerto in una grande piazza. E cominciarono ad abbattere pregiudizi. Spero che questo Sanremo aiuti a porre a livello nazionale il tema delle balere tuttora chiuse».

Franco Dell’Amore
«Senz’altro gli Extraliscio sono usciti da Sanremo meglio di come lo fece Raoul Casadei con La Canta, nel ’74, che andò proprio male. Per usare le parole proprio di Raoul, direi gli Extraliscio sono stati accolti con ‘simpatia’, visto che il mondo delle balere è avvertito come un retaggio del passato. Ogi viene quindi ripescato con un sorriso. Il gruppo ha indovinato alcune trovate sceniche, come il Trautonium nella serata di Rosamunda o i ballerini di polka e polka chinata, che però erano avulsi dal contesto e dalla canzone presentata al festival. Biana Luce Nera non è liscio, il che non è per forza un male, anzi, a partire dal testo e dall’ossimoro del titolo rivela una raffinatezza che nel liscio non c’è proprio. Hanno fatto benissimo a partecipare e a suonare quello che volevano. L’associazione con il liscio gli italiani la faranno soprattutto per via del nome del gruppo. E va bene così».

Gianni Siroli
«Da quanto tempo la musica romagnola non finiva in copertina su Sorrisi e Canzoni? Di sicuro la parola ‘liscio’ ha avuto una ribalta nazionale grazie agli Extraliscio. La loro musica certamente non è liscio e non sono tanto sicuro che si possa considerare parte della stessa storia di Secondo Casadei, ma credo che la cosa sia voluta: con il valzer non sarebbero mai andati a Sanremo e la loro partecipazione mi ha fatto molto piacere. Il richiamo al mondo delle balere c’è stato di sicuro, anche se ho i miei dubbi sulla ripartenza. Un anno di chiusura ha colpito duro un settore il cui pubblico era già piuttosto attempato, e oggi lo è di più. Non tutti, poi, hanno goduto dei ristori e chi ha cambiato lavoro non è detto che tornerà a suonare in orchestra. Non sottovaluterei la dimensione psicologica di pubblico e musicisti: ritrovare la spensieratezza è anzitutto un fatto mentale, non scontato. La musica degli Extraliscio è benvenuta, ma non penso cambierà il suono delle balere. I ballerini vogliono ballare in un certo modo; gli Extraliscio sono forse più adatti alla Vie En Rose che al Piteco, per capirci, senza contare le frange di pubblico più integraliste, che diedero problemi anche a Raoul Casadei con la sua “musica solare”. L’opportunità di Sanremo, in ogni caso, andava colta».
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