Bertinoro, domenica 3 ottobre i sommelier, tra cui faentini e ravennati, in gara a Bertinoro nel Master dell’Albana

Romagna | 01 Ottobre 2021 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - Torna la disfida enologica, per il quinto anno, dedicata a uno dei vini simbolo della Romagna. Domenica 3 ottobre, a contendersi il titolo di Ambasciatore del primo vitigno a bacca bianca riconosciuto in Italia come Docg, a Bertinoro, saranno 17 i sommelier Ais in gara provenienti da sette territori italiani. Un Master che anno dopo anno conquista sempre maggiore interesse da parte di appassionati e addetti del settore e che quest’anno segna una sorta di record visto che vedrà la partecipazione di sommelier della Toscana con 5 iscritti da quattro provincie (Arezzo, Lucca, Pistoia, Livorno), a seguire Romagna (4), Emilia (3), Campania (2), chiudono Lombardia, Veneto e Puglia con un partecipante. L’Albana è un vitigno autoctono nel vero senso del termine visto che è presente nella sola Romagna, coltivato in oltre 800 ettari di superficie per poco più di 750mila bottiglie. «L’Albana si colloca tra i grandi bianchi italiani – spiega Roberto Giorgini, presidente di Ais Romagna – grazie al grande lavoro di tanti produttori del territorio, che hanno saputo offrire al mercato prodotti di altissima qualità e piacevolezza nelle varie versioni. L’alta partecipazione al Master e soprattutto la provenienza degli iscritti un po’ da tutta Italia, testimonia il successo di questo vitigno che solo noi abbiamo in Romagna».

IL MASTER 
La gara è organizzata da Ais Romagna e si apre domenica mattina con le prove di selezione a porte chiuse da cui usciranno i 4 finalisti che poi affronteranno le prove davanti al pubblico alle 15.30 nella Chiesa di San Silvestro. Degustazioni alla cieca, presentazione di fronte a ipotetici clienti, abbinamenti gastronomici, racconto su vecchie bottiglie, domande insidiose della giuria sono le prove che porteranno a decretare il vincitore, in base a valutazioni sulle capacità di degustazione, comunicazione e racconto, competenza, studio e conoscenza dei vini, capacità manageriale e gestionale dei concorrenti. Al vincitore vanno 2mila euro messi in palio dal Consorzio Vini di Romagna. Un’ulteriore giuria formata da produttori determinerà un Premio speciale al miglior sommelier comunicatore del Romagna Docg Albana scelto fra i quattro finalisti.

CHI SONO I CONCORRENTI
La squadra Toscana è composta da 5 sommelier: Costanzo Benedetta (Arezzo), Giuseppe Maresca (Arezzo), Natalia Mochi (Montecatini), Massimo Tortora (Livorno), Simone Vergamini (Capannori, Lucca). La Romagna si presenta con 4 partecipanti: Ilaria Di Nunzio (Ravenna), Stefano Morgagni (Forlimpopoli), Riccardo Ravaioli (Faenza), Marco Saiani (Conselice). Per l’Emilia: Isacco Giuliani (Ferrara), Giorgio Salmi (Ferrara), Fabio Vezzani (Reggio Emilia). Per la Campania: Luca Matarazzo (Salerno), Salvatore Luigi Scala (Afragola, Napoli). Un partecipante da Veneto con Lorena Ceolin (Zelarino, Venezia), Puglia con Mino Tarì (San Vito dei Normanni, Brindisi), Lombardia con Valeria Valdata (Bressana Bottarone, Pavia). 

L’ALBO D’ORO DEL MASTER
Nell’edizione 2017 si è imposto Marco Casadei (Romagna), l’anno successivo è toccato a Carlo Pagano (Molise) per arrivare all’edizione del 2019 con un altro romagnolo e per la precisione Gilles Coffi Degboe. Infine nel 2020 il titolo se lo è aggiudicato Andrè Senoner (Trentino Alto Adige).

UNA DOCG DAL 1987
Primo vino bianco in Italia ad aver ottenuto la Docg, nel 1987, a renderla inimitabile è la sua identità territoriale: i vitigni dell’Albana crescono in un’area di 818 ettari, dalle colline del cesenate a quelle a sud di Bologna. Un centinaio le cantine produttrici, che ogni anno licenziano 756.400 bottiglie per 5.673 ettolitri (dati 2020 Consorzio Vini). L’Albana è al centro di una rinascita negli ultimi anni, basti pensare che nel 2017 le bottiglie prodotte erano 578.933. In soli tre anni, la crescita è stata di 177mila bottiglie (+30%). In questo contesto, un posto di riguardo lo occupa la produzione delle colline di Bertinoro, per le quali gioca un ruolo decisivo la presenza dello Spungone, la roccia scaturita da una barriera corallina preistorica. Le radici qui devono penetrare in profondità aggrappandosi alle rocce del sottosuolo, regalando caratteristiche uniche.
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