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Bassa Romagna, le Caritas segnalano solitudine femminile, affitti rari e italiani «over» in stato di povertà

Romagna | 16 Dicembre 2024 Cronaca
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Federico Savini
I numeri sono quasi stabili - comunque crescono di poco -, e i problemi si direbbero quelli di sempre, con però un’evoluzione piuttosto drammatica se si parla di donne sole e/o con figli a carico, mentre gli italiani in stato di povertà aumentano sempre, senza reali soluzioni all’orizzonte. Il dato sostanzialmente nullo dei senza fissa dimora rincuora poi il giusto, di fronte ad un mercato degli affitti praticamente chiuso. Emergono questi elementi dal viaggio nei principali centri Caritas della Bassa Romagna - quelli di Lugo, Massa Lombarda e Bagnacavallo - che ci aiutano a comprendere la lunga e dolorosa evoluzione del problema della povertà, che anche in un territorio storicamente florido come il nostro è ormai una priorità.

LUGO
«A Lugo la Caritas segue un migliaio di persone, con aiuti per lo più alimentari - racconta Vittorio Tampieri della sezione lughese dell’associazione diocesana -. Parliamo di circa 350 famiglie e poco meno della metà sono italiani, mentre gli stranieri arrivano da 22 diversi Paesi. Nel lughese i migranti sono in calo, specie dagli altri Paesi europei, mentre aumentano quelli in arrivo dall’Africa. Vanno segnalati altri due dati: i bambini tra 6 e 15 anni sono 260, un numero alto, e al migliaio di assistiti stabili vanno aggiunte circa 170 persone saltuarie, per lo più straniere».
In un quadro generale che continua ad essere assai meno roseo di quel che si auspicherebbe, arriva comunque una buona notizia dalla Caritas di Lugo. «Rispetto all’anno scorso si rivolgono a noi una settantina di persone in meno - spiega Tampieri -, è un buon segnale, che dipende probabilmente dal fatto che queste persone hanno trovato lavoro, si sono sbloccate. L’anno scorso distribuimmo 6 tonnellate di cibo e a fine anno ci aspettiamo di raggiungere una cifra molto simile».
La situazione dei rifugiati ucraini, di cui si è smesso di parlare, «è ancora attuale - conferma Tampieri -, ormai li comprendiamo nel conto delle mille persone, li consideriamo stabilizzati e sono una trentina».
E i senza fissa dimora? «Ce ne sono fra i saltuari - dice il responsabile Caritas di Lugo -, probabilmente la metà, ma non abbiamo certezze perché si aprono pochissimo, chiedono cibo e poi spariscono. Probabilmente in altri momenti dell’anno si rivolgono ad altre Caritas».
«Nel complesso - aggiunge Tampieri - non c’è una vera evoluzione delle problematiche, che sono sempre le stesse: la ricerca del lavoro e l’isolamento sociale, che dipende anche dal grande numero di famiglie che si spezzano. Il caso più frequente è quello di donne sole con figli a carico. Le difficoltà economiche ne conseguono. Il lavoro, certe volte, riusciamo a trovarglielo noi, ma sono molti gli over 60 e a quell’età e difficile reinserirsi. I più anziani, in genere con pensioni basse, sono italiani. La loro situazione è irreversibile, a meno che non aumentino le pensioni, ma non mi pare probabile... A livello comunale siamo consapevoli delle ristrettezze dei bilanci, ma a Lugo sarebbero utili una mensa e posti letto d’emergenza».

MASSA LOMBARDA
Marilena Franti, della Caritas di Massa Lombarda, ci tiene a sottolineare la proficua collaborazione dell’associazione diocesana con altre associazioni di volontariato e con l’Amministrazione comunale, al punto che la Caritas in città organizza anche iniziative per i bambini, le «Letture sul Prato» dai 6 ai 13 anni, l’aiuto allo studio in collaborazione con l’Istituto Comprensivo e vari momenti di festa.
«La nostra Caritas è in aiuto a 131 famiglie residenti nel Comune, pari a 414 persone - spiega Marilena Franti -. In maggioranza si tratta di italiani: 48 nuclei familiari, pari a 101 persone. A livello di provenienze, seguono il Marocco, l’Albania, il Senegal, la Romania, la Tunisia e altre in numero minore. Aiutiamo anche cinque famiglie ucraine (18 persone) delle dieci che seguivamo all’inizio del conflitto. Saltuariamente si presentano persone senza fissa dimora, in leggero aumento. Per loro c’è ascolto, un aiuto immediato di cibo e vestiario adatto alla stagione, oltre a consigli su dove potersi rivolgere. Purtroppo non siamo attrezzati per ospitarli e non abbiamo lavori immediati da offrire».
Con il Natale alle porte, la Caritas massese organizza tre Mercatini di Natale nei venerdì 6, 13 e 20 dicembre, un incontro di Babbo Natale con i bambini domenica 22 e il pranzo di Natale per persone anziane e che vivono in solitudine venerdì 27.
L’indicazione ai volontari del vescovo Giovanni Mosciatti verte sul fatto di non limitarsi all’aiuto materiale. «Non deve essere considerato il più importante - riprende il concetto Marilena Franti -. Il vescovo ci dice chiaramente di privilegiare la relazione e l’accompagnamento, il sostegno educativo. Per citarlo, “La Caritas parrocchiale dovrà diventare sempre più punto di riferimento stabile, non tanto un luogo di distribuzione, pur essendo questo aspetto irrinunciabile”».

BAGNACAVALLO
Non aumenta il numero delle persone seguite dalla Caritas di Bagnacavallo, ma cambiano le «tipologie» e le esigenze, dunque evolvono i bisogni. «Seguiamo circa 200 persone, di fatto 75 famiglie - spiega la responsabile bagnacavallese Francesca Negroni -. I numeri sono in linea con gli anni scorsi e non si può più parlare di “emergenza ucraina”, anche perché gli ucraini rimasti ormai lavorano e si sono integrati molto bene, soprattutto le donne. Chi invece affronta situazioni più difficili sono ad esempio un gruppo di donne tunisine e marocchine, uscite dai centri d’accoglienza ma in grande difficoltà sulla casa e sul lavoro. L’altro gruppo di persone in difficoltà sono gli over 50, anche italiani, che per circa il 30% lavorano anche, ma faticano sempre più ad arrivare alla fine del mese. Sopra i 50 anni la maggior parte di chi si rivolge alla Caritas è italiano e il carovita è il problema maggiore. Chiaramente i condizionamenti consumistici che crescono di continuo in questa società non aiutano».
Ma sul territorio, in generale, è molto urgente anche il tema della casa. «In particolare per le donne straniere - ribadisce Francesca Negroni -. Le agenzie vogliono un garante e non ce ne sono. Inoltre molte persone che affittavano ormai non lo fanno più o sono riluttanti. Quindi, più che il prezzo, il problema è proprio l’indisponibilità».
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