Basket, sprofondo giallorosso: l'anno nero dell'OraSì Ravenna, in attesa di novità sul futuro

Riccardo Sabadini
La stagione 2022-2023 ha segnato la fine di un’era per la pallacanestro ravennate: dopo 10 anni di basket ad alto livello, con scalpi di prestigio e pagine di storia scritte, l’OraSì Ravenna è retrocessa in B, al termine di un anno cominciato sotto cattivi presagi e, dopo mille peripezie ed incidenti di percorso, finito nel peggiore dei modi.

IL RENDIMENTO
Che la squadra allestita in estate fosse dotata di poco talento e profondità era evidente a tutti. Le aspettative erano basse ma, come chiesto dai tifosi a gran voce, quello che si chiedeva alla squadra era di lasciare sangue, sudore e lacrime sul parquet. Diciamo che non è esattamente stato quello che si è visto in campo: la squadra, in avvio di stagione, è apparsa spaesata e scollata. Il cambio di passo è arrivato nel primo trimestre del 2023, coinciso con il tesseramento di Oxilia e l’avvicendamento tra il deludentissimo Lewis e Vrankic: l’OraSì ha cominciato a vincere e convincere, battendo in casa Chieti, Chiusi e la Fortitudo e, lontano dal Pala de Andrè, Nardò, Ferrara e Mantova, agganciando il nono posto proprio ad una manciata di giornate dalla fine della regular season. L’esclusione dal campionato di Ferrara è stata una mazzata per gli uomini di Lotesoriere che in un solo colpo sono stati privati della possibilità di lottare per la salvezza diretta, di 4 punti da portare nel Girone Salvezza e che hanno visto tutte le dirette concorrenti rinforzarsi con i giocatori dal club estense. E nel Girone Salvezza la squadra non ha mai dato l’idea di potercela fare.

LE DELUSIONI
Le grandi scommesse giallorosse erano Petrovic e Bonacini: entrambi, per un motivo o per un altro, non hanno completato lo step di crescita che sarebbe servito per centrare la salvezza. A loro discolpa, l’ambiente in cui si sono trovati non era quello ideale, con gli Usa designati insieme a Musso ad essere le colonne dello spogliatoio che sono stati traballanti e non poco, in particolare Lewis che senza mezzi termini è stato lo straniero più scarso ed indolente della storia. Se Musso è stato quello più continuo, anche gli altri hanno avuto un rendimento ondivago, con Oxilia alle prese ancora con i postumi dell’infortunio dello scorso anno e Giordano a corrente alterna.
 
GLI SCENARI
Il futuro, al momento, appare ben poco chiaro: c’è attesa in città tra i tifosi perché qualcuno da Via della Lirica illustri quali potranno essere i possibili scenari che si delineano. Ciò che è certo è che il pesante coinvolgimento di Unigrà nella recente alluvione che ha colpito la Romagna, non aiuta il percorso del sodalizio di via della Lirica. Qualora la famiglia Martini decidesse di disimpegnarsi dalla pallacanestro ravennate, servirebbe qualcun altro che prendesse in mano la situazione; resta il problema del reperimento di risorse economiche necessarie per l’iscrizione e per la partecipazione ad un campionato che, al netto di tutto, richiede comunque un certo sforzo. Insomma, al momento nubi fosche si addensano sul futuro del club che, dopo un decennio ad alto livello, rischia di scomparire o di dover ripartire da un livello inferiore e fortemente ridimensionato.