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Basket, Ravenna saluta il suo indimenticabile presidente: «Vianello ha fatto innamorare una città»

Romagna | 20 Marzo 2025 Sport
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Agostino Galegati
La Piero Manetti ha perso il suo motore e il tassello più importante del mosaico della palla a spicchi dell’OraSì Basket Ravenna. Nella notte tra domenica e lunedì scorsi è venuto a mancare dopo una lunga malattia Roberto Vianello, presidente del sodalizio bizantino, all’età di 76 anni. Al suo nome sono legati anche gli anni d’oro in cui era Piersante Manetti il deus ex machina e Vianello il fedele braccio destro, vale a dire tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90, ma è sotto la presidenza dell’assicuratore veneziano che sono arrivati titoli e il nome di Ravenna protagonista nei palazzetti più prestigiosi d’Italia.

IL COACH DEL BIS
In tanti lo hanno voluto ricordare anche prima dei funerali che si sono tenuti giovedì pomeriggio alle 15 in Santa Maria in Porto, a partire dal coach Lanfranco «Lupo» Giordani che fu il tecnico della storica doppietta Coppa-campionato 12 anni fa: «Sono molto addolorato e provo un grandissimo dispiacere. Ravenna ha perso un uomo che per il basket ha fatto tanto, tantissimo, forse anche troppo per certi versi. Si è sempre impegnato per ridare prestigio alla pallacanestro ravennate e questa è una cosa che non ha prezzo. Personaggi del genere sono difficilmente sostituibili. Io ho dei ricordi bellissimi, soprattutto per la grande opportunità che mi ha dato di fare questi due anni a Ravenna dove ci siamo divertiti tantissimo, abbiamo vinto tanto, conquistando la Coppa e il campionato, ci siamo tolti grandissime soddisfazioni assieme a Giorgio Bottaro che teneva la parte gestionale, però il peso specifico del presidente si è sempre sentito. E’ stato un uomo forte e dalla forte personalità, ambizioso e, ripeto, quando vengono a mancare figure del genere il basket diventa più povero». Il capitano di quella squadra era Francesco Amoni, che ricorda così Vianello: «Sono arrivato a Ravenna nel 2011 e ci sono stato fino al 2015. Nella prima stagione gli investimenti sono stati importanti da parte del presidente, ma i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Un giorno è entrato negli spogliatoi e ha tenuto un discorso alla squadra mettendo ben in chiaro quelle che erano le sue idee, la sua mentalità e dicendo che ci sarebbero stati dei cambiamenti importanti. Si è arrivati quindi a una vera e propria rifondazione nella stagione successiva (appunto il 2012-2013, ndr) in cui anche l’arrivo di Giorgio Bottaro dal punto di vista gestionale è stato fondamentale. Non eravamo certo dati per favoriti, ma credo che la partita della svolta sia stata la trasferta a Montecatini in cui vincemmo dominando al di là del risultato finale (64-69 il 28 ottobre 2012, ndr) e mi venne a salutare il pres dicendo “siamo davvero forti”. Da lì sono arrivati i 23 successi consecutivi, la Coppa e la fantastica promozione in una stagione in cui abbiamo fidelizzato i nostri tifosi che sarebbero poi diventati i Leoni Bizantini, creando un cuore e corpo unico con la squadra. Ho ricordi splendidi con Vianello e anche la sua commozione quando ci salutammo nell’estate del 2015».

L’ESORDIENTE
Una fetta importante dei tempi immediatamente più recenti rispetto a Giordani del basket ravennate è invece legata ad Antimo Martino, in giallorosso dal 2014 al 2018 con la semifinale play-off di A2 centrata nel 2016-2017 e la finale della Coppa Italia raggiunta nel 2018. «Mantengo il ricordo - premette l’attuale tecnico di Forlì - di una persona di altri tempi per il suo stile unico e per i valori che trasmetteva. Sapeva essere diretto, schietto ma allo stesso tempo affettuoso. Una persona molto intelligente. Non ho mai capito realmente quanta conoscenza aveva di pallacanestro, ma ho la certezza che capiva le cose e le persone molto prima degli altri. Con Bottaro ha portato in alto il Basket Ravenna, è stato il primo a darmi fiducia da capo allenatore e anche se a malincuore a lasciarmi andare alla Fortitudo nonostante un altro anno di contratto. Abbiamo trascorso 4 anni sempre in armonia e con un gran rispetto reciproco. Posso solo ringraziarlo».

GLI ANNI DEL COVID
Dal tecnico di Isernia a uno di Teramo il passo, oltre che geografico anche temporale, è breve. Dal 2019 al 2021 la panchina è stata affidata a Massimo Cancellieri, ora al Paok Salonicco: «Il ricordo del presidente si staglia indelebile nella mia memoria. Era una persona d’altri tempi che amava profondamente la pallacanestro tanto quanto il suo lavoro di ogni giorno. Era ambizioso, con un piglio importante e fin dal primo colloquio c’è stata un’intesa perfetta. Ero in uscita da Milano, non era semplice e oltre al contratto mi diede l’opportunità di allestire una squadra intrigante tanto che eravamo primi prima dello stop al campionato. L’anno successivo fu più complicato ma ci togliemmo comunque delle soddisfazioni. Ravenna perde un grande personaggio che teneva alto non solo questo sport ma proprio il nome della città».

LA SOCIETA’ ATTUALE
Il presente è rappresentato dal nuovo direttore generale, Lorenzo Nicoletti. «Mi piacerebbe ricordare Roberto come una persona vera, decisa, con grandi valori e una enorme personalità. Un gigante in tutto. Persona carismatica e dal grande senso del lavoro. Non si stancava mai. Un leone vero. La pallacanestro per lui non era soltanto una passione, ma un vero e proprio amore. Ha permesso a questa società di crescere e di raggiungere traguardi importanti. È riuscito a trasmettere l’amore per questo sport a molte persone di Ravenna ancorandole con un legame profondo al nostro club. Lo ringrazieremo sempre per quello che ha fatto. Quello che siamo lo dobbiamo soprattutto a lui».
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