Basket, la firma di Ronci e De Giuli sullo scudetto della Virtus: «Una grandissima soddisfazione»
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Luca Alberto Montanari
Cosa ci fanno un faentino e un ravennate a Bologna? Semplice: diventano campioni d’Italia. Nello storico scudetto della Virtus, che sotto le due torri mancava addirittura da 20 anni, c’è anche la firma del direttore generale Paolo Ronci e del club manager Miro De Giuli. Il primo, forlivese di nascita ma faentino acquisito (abita in città da tanti anni), ha avuto un ruolo operativo decisivo assieme all’amministratore delegato Baraldi nella costruzione di un roster che, dopo aver fallito l’accesso all’Eurolega, si è prontamente riscattato rifilando un clamoroso «cappotto» a Milano e riportando il tricolore sulle gloriose canotte delle V Nere: «Quando si ha la fortuna di lavorare in un’azienda come questa - racconta con orgoglio Ronci - e per un proprietario appassionato e competente come Zanetti, i risultati prima o poi arrivano e infatti sono arrivati. Non siamo riusciti a qualificarci per l’Eurolega, ma da quella delusione abbiamo fatto quadrato, ci siamo ricompattati e alla fine abbiamo vinto lo scudetto. Vincerlo a Bologna vale ancora di più». Due giorni dopo aver demolito Milano in gara 4, Ronci ha osservato con interesse anche la gara dell’E-Work: «Come ho detto al sindaco Isola, per la città è molto importante essere tornati in A1, la categoria dove Faenza merita di stare. In città ci sono fame, passione, tradizione e competenza e ora mi piacerebbe che anche la squadra maschile riuscisse a fare il salto in A2».
Da Faenza a Ravenna, da Ronci a Miro De Giuli, classe 1985 e club manager della Virtus dalla scorsa stagione dopo una lunga esperienza negli uffici dell’OraSì Ravenna e di Tortona: «Ho fatto tanti anni di A2 - racconta De Giuli - qua a Bologna è il secondo anno ma la scorsa stagione purtroppo è stata interrotta sul più bello dal Covid. Ho cercato di imparare a ogni minuto, le cose sono sempre quelle ma a livello diverso e lavorare al fianco di Paolo è molto formativo. Io mi occupo dei tesseramenti, degli adempimenti di Lega ed Eurocup, delle liste, ma anche della gestione delle trasferte e dei viaggi. In pratica coordino la parte operativa della parte sportiva».
Arrivare alla Virtus, per De Giuli, è stato come chiudere un cerchio: «Dal 2006 al 2010 sono stato fidanzato con una ragazza di Bologna e grazie a lei andavo a vedere le partite della Virtus, poi sempre a Bologna mi sono laureato in Giurisprudenza nel 2013, il giorno dopo aver vinto la Coppa Italia di B2 a Cecina con Ravenna, dove ho lavorato fino al 2016. Poi ho fatto il direttore sportivo a Tortona, dove ho conosciuto Ronci quando lui lavorava a Roma. E ora ci siamo ritrovati a Bologna. Lo scudetto alla Virtus vale sei volte proprio perché è stata una stagione piena di incognite, di difficoltà, di lavoro. E’ il sogno di un bambino. Quando ho lasciato Ravenna per Tortona, non avrei mai immaginato di arrivare così in alto. Devo ringraziare Paolo, ma anche Baraldi e il dottor Zanetti per questa grande occasione».