Basket, l'ex gm Bottaro e la bagarre per la serie A: "OraSì, questa è un’occasione per rendere più solido il futuro"

Romagna | 22 Maggio 2020 Sport
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Stefano Pece
Una situazione in continua evoluzione, tanti punti interrogativi e una certezza: la mossa della LBA di promuovere Torino ha creato grande disappunto e sono in molti fra gli addetti ai lavori, anche esterni a Ravenna, ad avere storto il naso. Ciò che stupisce è la velocità con la quale la Lega ha scelto i piemontesi, appena tre giorni dopo la norma federale che sanciva nel 15 giugno la scadenza per presentare domanda di riposizionamento.
Anche l’ex general manager del Basket Ravenna Giorgio Bottaro appare poco convinto della mossa e spiega punto per punto i motivi della sua perplessità: «Condivido pienamente lo sfogo di Vianello - afferma Bottaro -. Roberto non commenta il fatto che Torino abbia o meno i requisiti per meritare la categoria, ma sottolinea che se vengono fissate delle regole, disattenderle in tempi così rapidi, lascia molti dubbi».
Bottaro chiarisce il suo ragionamento e individua due spunti di riflessione: «Il primo: se la Federazione tre giorni prima dice che c’è tempo fino al 15 giugno per riposizionarsi, vuol dire che non ha idea di quante e quali società intendano fare domanda, e di quali requisiti abbiano. Anche per questo quindi la velocità con la quale è stata scelta Torino non convince». E ancora: «La seconda cosa che balza agli occhi è che il presidente Sardara sarà costretto a cedere la proprietà di Torino, quindi la Lega dovrà trovare un interlocutore nuovo, che ad oggi non si sa nemmeno se esiste. Come si fa quindi a dare una patente di credibilità a qualcuno di cui non si conosce il nome? Non bisogna essere tifosi del Basket Ravenna per provare un po’ di rabbia».
Bottaro parla anche dei criteri di scelta. Tra questi sembra che il numero di abitanti, i collegamenti ferroviari e la presenza di un aeroporto nelle vicinanze della città abbiano rivestito un peso maggiore della posizione in classifica: «I criteri sono stati cuciti un po’ addosso proprio per indirizzare questa scelta - il suo commento -. In fin dei conti l’aeroporto di Bologna è tanto più distante da Ravenna rispetto a quello di Caselle da Torino? Allora Malpensa quanto è lontano da Milano? Se questi sono i criteri allora mi chiedo perché non scegliere Palermo, Napoli o Verona».
L’ex general manager dell’OraSì prosegue: «Vianello dice anche questo: perché non rendere noti i criteri di scelta? Quanto vale avere vinto 20 partite su 25? O è più importante avere l’aeroporto a un’ora di macchina? Quanti punti valgono le singole voci? Questo non è mai stato chiarito».
Un altro criterio pare essere quello della storia, vale a dire gli anni di presenza di una determinata società in serie A. E anche su questo, secondo la tesi giallorossa sposata da Bottaro, ci sarebbe qualcosa da obiettare: «Questa Torino l’anno scorso non esisteva nemmeno perché era in Sardegna - sottolinea con forza -. L’altra Torino, l’Auxilium, era fallita l’anno precedente. Allora se scegliamo la storia di una piazza e non di una società valgono anche Napoli e Palermo. Se questo è il criterio di scelta, Verona sarebbe la migliore candidata».
La conclusione di Bottaro: «La possibilità per Ravenna di fare la serie A costituisce anche uno spunto di riflessione sul futuro della società. Trovando la solidità per affrontare la serie A Vianello sta cercando di indicare la strada per quello che sarà il futuro dopo di lui. Per passione ed età Roberto ha ancora molto da dare, ma deve pensare per tempo a cosa sarà dopo, e questa è un’occasione per aggregare altre forze intorno a questa società e darle un futuro solido».
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