Basket, i Raggisolaris più forti e più in alto della storia: la nuova B Nazionale sarà un punto di partenza per Faenza

Valerio Roila
Il tennista Andre Agassi lo chiamò un «piccolo, ignobile segreto». Quando vinse il suo primo Slam capì che la sensazione piacevole che lascia una vittoria non è altrettanto intensa come la sofferenza che provoca una sconfitta. E che non dura altrettanto a lungo. Eppure, bisogna in qualche modo conviverci, accettare una caduta come un semplice contrattempo all’interno di un progetto più ampio. Specie se l’insuccesso è solo parziale, all’interno di un percorso che ha comunque apportato obiettivi raggiunti, conseguiti con il massimo dell’impegno, lavorando sui propri limiti, saldando il proprio gruppo, garantendo emozioni, procurando ricordi da rivivere, ritoccando primati. Tutto questo dentro un tiro che incoccia contro un ferro a fil di sirena non ci sta. 

NUMERI DA APPLAUSI
Ma la stagione dei Blacks non è quel tiro che tutti avevamo visto già dentro. E’ nelle 23 vittorie di campionato che hanno stabilito il nuovo massimo di punti societario in Serie B, nel secondo posto in classifica del girone che ha garantito l’accesso alla B Nazionale, centrando in ampio anticipo l’obiettivo dichiarato ad inizio stagione di arrivare tra le prime quattro, è nel punto più alto mai toccato anche nei playoff, con la finale del proprio tabellone, è nella partecipazione prestigiosa alla Final Four di Coppa Italia di categoria, è in quel fango spalato dai giocatori per solidarietà con la popolazione, rinunciando agli allenamenti, nei giorni peggiore dell’alluvione, un fango tramutato idealmente in cemento per unire il gruppo anche sul lato umano, è nel patrimonio di amore e passione sfociato nelle 3.000 presenze al PalaCattani delle ultime due gare interne (totale 6.000 spettatori circa nel giro di tre giorni), un palazzetto che fino a pochi giorni prima aveva accolto centinaia di persone obbligate a lasciare la propria casa. Meritava Faenza, un’ultima chance, di tornare al PalaSojourner per provare ad accedere alle finali di Ferrara. 

SUPER RIETI
Ma, anche se è vero che non sempre i soldi vincono, ed in questo caso la differenza di budget era davvero imponente, Rieti l’ha battuta 6 volte su 7 in stagione. Ed i Blacks, di 9 sconfitte stagionali, ne ha conosciute 6 per mano dei sabini. Numeri che non sono casuali, e la verità va accettata, magari contestabile era la formula stramba che univa nei tabelloni le prime due classificate dello stesso girone. Ma tant’è, per la A2 occorrerà ripassare, magari continuando a perseguire la politica dei piccoli passi e della conferma dello zoccolo duro di giocatori già in forza e della guida tecnica. 

I PROTAGONISTI
Ci sarà tempo per parlarne, dopo essersi leccati le ferite e sedimentato le emozioni. Per ora va celebrata la prestazione di una squadra che non si è mai arresa e mai accontentata, che ha emozionato con la sua forza d’urto e divertito con il suo attacco (il migliore del girone). Che ha messo in mostra le doti di coraggio di Aromando, la leadership di Vico, la concretezza di Poggi, l’essere «uno e trino» in difesa ed attacco di Siberna, la pietra angolare e l’ancora di sicurezza nei momenti difficili di capitan Petrucci, la capacità di adattamento di Pastore, l’imprevedibilità di Voltolini, l’imposizione del fisico di Molinaro, i riflessi e l’applicazione di Bandini, la prontezza e lo spirito di sacrificio di Morciano, la forza di volontà di Castellino, il mettersi a disposizione della squadra dei più giovani Nkot Nkot, Ragazzini, Mazzagatti e Belmonte, e la professionalità ed il pragmatismo di coach Garelli e del suo staff. La miglior garanzia è il lavoro costante di una società che ha saputo crescere un passo per volta e su cui da oggi si torneranno a rivolgere occhi speranzosi ed attenzioni per asciugare i rimorsi al sole di un futuro ancor più radioso.