Basket donne, Solaroli e quell’ultima avventura in A1 di Faenza: «Ai playoff senza ricevere lo stipendio»
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Luca Del Favero
Non saranno state finali scudetto o di Coppa Italia, ma anche Massimo Solaroli ha scritto una pagina importante nella storia della pallacanestro femminile manfreda. Il coach faentino di nascita, ma imolese d’adozione, è stato infatti il condottiero dell’ultimo vero Club Atletico Faenza in serie A1 nella stagione 2011/2012 (l’annata successiva terminata a gennaio con il ritiro del Club Atletico Romagna non fa testo) portando una squadra rimasta tutto l’anno senza stipendi e costretta ad emigrare a Castel Bolognese per inadempienze nei pagamenti dell’affitto del PalaCattani ad un risultato incredibile, la conquista dei playoff. Sono passati tanti anni e gli scenari non sono fortunatamente paragonabili, ma è toccato a Solaroli passare il testimone a Sguaizer per il ritorno di Faenza in serie A1: «Quella fu una annata indimenticabile - spiega Solaroli -. Giocammo tutta la stagione gratuitamente, perché gli stipendi non sono mai arrivati, ma nonostante i tanti problemi siamo riusciti ad arrivare ai playoff disputando una grande annata. C’erano Eric e tante altre giocatrici molto legate alla maglia ed infatti centrammo il sesto posto in campionato per poi uscire nei quarti contro la mitica e gloriosa Pool Comense».
Quell’anno lo scudetto lo vinse la Taranto di Simona Ballardini che lei ha visto crescere.
«L’ho allenata nelle giovanili quando aveva 14 anni e si vedeva subito che aveva qualità superiori alla media: non è un caso che un paio d’anni dopo abbia debuttato in serie A1. Aveva già carattere oltre che talento ed era dominante ad ogni partita e in allenamento. Questo suo spirito le ha poi permesso di disputare una grande carriera e di essere ancora decisiva a quarant’anni».
Ritornando alla stagione 2011/2012, in quella squadra c’era anche una atleta che stava muovendo i primi passi nel mondo della pallacanestro.
«Lucia Morsiani. Era la decima e avendo diciannove anni si divideva tra la prima squadra e le giovanili. Ricordo che aveva già il giusto spirito per diventare una giocatrice e infatti negli anni successivi è cresciuta molto. Diventando una delle protagoniste della promozione dell’E-Work».
Cosa prova nel rivedere la squadra della sua città in A1?
«Faenza è ritornata nel campionato che le compete, perché se si guardano i tornei dalla nascita dell’A1, c’è praticamente sempre stata. Non seguo molto la serie A2, ma dalle partite che ho visto ho notato un gruppo molto affiatato che ha meritato sul campo la promozione giocando una buona pallacanestro».
Ha mai avuto contatti con il Faenza Basket Project?
«Conosco il presidente Mario Fermi, ma non sono mai stato vicino a quella panchina. Un’altra figura importante della società che conosco bene è Cristina Bassi, perché quando ero nelle giovanili del Club Atletico lei era assistente in prima squadra».
Nella prossima stagione la rivedremo allenare?
«Sto cercando una panchina e sono orientato al mondo della maschile. La mia ultima stagione è stata nel 2018/2019 a Castel Guelfo in C Gold, mentre in quella precedente ero uno degli assistenti di Boniciolli in A2 alla Fortitudo Bologna. Sono quindi fermo da due anni, ma non ho fretta di trovare una sistemazione, perché l’importante è che il progetto sia serio e valido».