Basket donne, l'ex coach Ticchi: «E-Work, scelte giuste: in A1 puoi sorprendere»
Luca Alberto Montanari
Conosce a memoria il campionato di A1 femminile, anche perché è l’allenatore campione d’Italia con Venezia, e conosce perfettamente anche Faenza, perché nella città delle ceramiche ha lavorato nella stagione 2005-2006. Ma non solo, perché Giampiero Ticchi è stato anche commissario tecnico della Nazionale femminile fino a dieci anni fa e dunque è un testimone piuttosto credibile dell’intero movimento. E’ proprio il coach di Pesaro, con un lungo passato romagnolo anche a Rimini, l’allenatore ideale per introdurre la nuova stagione che attende l’E-Work, pronta a scattare sul parquet il prossimo 18 agosto con il primo giorno di preparazione in vista del debutto in campionato previsto a inizio ottobre.
Ticchi, cominciamo dal lato «romantico». Da addetto ai lavori e soprattutto da ex, che effetto le fa rivedere Faenza in A1?
«E’ una grandissima soddisfazione e sono davvero contento che la vostra città possa tornare a respirare l’aria migliore, perché un posto come Faenza lo merita. Stiamo parlando di una piazza storica, una delle realtà migliori e più appassionate d’Italia, in un contesto magico. Al netto del lato sportivo, di Faenza conservo un bellissimo ricordo perché è uno di quei posti dove il senso di appartenenza e la passione della gente ti travolgono. Lavorare a Faenza è bello perché senti la vicinanza di tutti e sai di guidare uno dei simboli della città, quindi avverti un forte senso di appartenenza e di responsabilità. Anche a Venezia ho respirato quest’atmosfera, ma il marchio Reyer rappresenta anche la realtà maschile e quindi è leggermente diverso. A Faenza, quando passeggi in centro, tutti ti salutano con la gioia di sentirsi vicino alla squadra».
Lei ha appena vinto il campionato, diventando campione d’Italia con Venezia. Che serie A1 ritrova Faenza dopo un’assenza di 9 anni?
«Torno ancora più indietro e parto da 15 anni fa, quando ho avuto la fortuna di allenare Faenza ed il livello del campionato italiano era altissimo, con squadre e giocatrici eccellenti. Successivamente il livello è sceso, ma negli ultimi 2-3 anni si è nuovamente alzato anche perché alcuni club del maschile come la Virtus Bologna e la stessa Reyer stanno facendo investimenti importanti a livello femminile. Quindi Faenza troverà un campionato tosto».
Dove può arrivare la squadra di Sguaizer? E quale sarà la chiave per vivere una stagione positiva e con pochi patemi?
«Io penso che la società abbia scelto la strada giusta, decidendo innanzitutto di confermare lo zoccolo duro che ha vinto il campionato, a cominciare dall’allenatore. Quindi dentro allo spogliatoio ci saranno dei punti di riferimento importanti e ci saranno delle figure che potranno aiutare anche le compagne più giovani o che non conoscono la realtà di Faenza. Un ruolo fondamentale lo avranno le straniere: ecco, se dovessero inserirsi bene e soprattutto in fretta e soprattutto se riusciranno a capire e a cavalcare lo spirito di Faenza e che trasmette Faenza, io penso che la E-Work possa salvarsi senza soffrire e possa togliersi tante soddisfazioni».
A proposito di giocatrici, lei ha già affrontato da avversario la nigeriana Kunaiyi, che proprio in questi giorni è impegnata ai Giochi di Tokyo. Che tipo di giocatrice è?
«Ha tanto talento fisico ed è una grandissima rimbalzista, con grandi margini di miglioramento essendo molto giovane. Per lei Faenza può essere un bel trampolino di lancio e anche la squadra ideale per esprimersi al meglio».