Basket, "ce ne andiamo, ce ne andiamo in serie B": il salto in alto dei Raggisolaris compie 5 anni

Romagna | 24 Maggio 2020 Sport
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Valerio Roila
Era una sera di maggio, esattamente cinque anni fa, ed i giocatori dei Raggisolaris, coi sigari in bocca, venivano portati in trionfo su delle carriole, al centro del parquet del PalaCattani. È l’immagine da consegnare agli annali, quella del trionfo in C Gold, che issava il sodalizio manfredo verso il terzo campionato nazionale. Come ogni vittoria importante, anche quella traeva origine dallo scotto di una sconfitta, da un desiderio di rivalsa, che per i neroverdi risaliva alla stagione precedente. Faenza era stata sì promossa dalla C Silver, ma in virtù di un ripescaggio e non sul campo, dato che nelle finali playoff a quattro, con tre salti di categoria in palio, era uscita perdente dalle due chances, che la videro opposta a Castelfranco e Castenaso. Le fondamenta per il passo maestoso, che permise ai «Raggi» di essere splendenti meteore della C Gold 2014-2015, furono così poste in estate, sull’onda di quel doppio diniego sul campo, quasi a voler certificare e suffragare la bontà di quel ripescaggio con un ulteriore balzo in avanti, stavolta pienamente meritato con i risultati maturati sul parquet. Confermati otto decimi del roster più il coach «mister promozioni» Marco Regazzi, la dirigenza si assicurò di aver cementato il gruppo già ben affiatato e rodato, a cui aggiungere due tasselli rivelatisi pietre angolari per la casa del successo: l’enfant du pays Jacopo SIlimbani, faentino doc, tra i lunghi, e Lorenzo Dalpozzo per dare freschezza al più esperto reparto esterni. Novembre fu il mese cruciale: battendo la bestia nera Castenaso e vincendo poi il derby con la Virtus Imola, una delle maggiori candidate alla B, i manfredi iniziarono a comprendere come nessun traguardo poteva essere loro precluso. La regular season si trasformò così in cavalcata rossiniana, col primo posto del girone di andata a garantire il biglietto per il gran ballo delle Final Eight in coppa Italia di categoria, disputata a Rimini in marzo (vittoria nei quarti sul Sant’Orsola Sassari, poi caduta onorevole in semifinale con la più cabotata San Severo), e leadership confermata alla fine del campionato, con ammissione ai playoff nazionali. Qui il coefficiente di difficoltà si moltiplicò, connettendosi anche ad una maggior difficoltà di studiare gli avversari ed allo storico esordio agonistico al di fuori dei confini regionali. Una delle contendenti fu però la Sassari già incontrata in Coppa, che permise anche di cementare ulteriormente il gruppo in una trasferta aerea fino in Sardegna. Anche la giovane Crocetta Torino si rivelò meno attrezzata e motivata dei biancoverdi. L’osso più duro, ultimo ostacolo che interpose Faenza alla B, era Lissone, ma gli uomini di Regazzi giocarono la partita perfetta in Brianza, permettendosi di poter lottare per conservare un ampio +19 al ritorno. E veniamo al fatidico 24 maggio, corsi e ricorsi storici: una data che già ricorda alla città la sera in cui, 23 anni prima, grazie anche ad un assist decisivo proprio di Marco Regazzi, l’allora Banca Popolare fu promossa in B. Si tremò quando Lissone toccò il +10, con Silimbani e soci rosi dalla paura di vincere, ma poi ecco le vogate giuste, il contenimento del passivo, e la festa. «Ce ne andiamo, ce ne andiamo in Serie B», cantavano i tifosi, ebbri di gioia. Continueranno a farlo, assieme ai giocatori, per tutta la notte.
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