Basket B Nazionale, un amarcord speciale per Siberna: «Blacks Faenza, oggi San Vendemiano è più forte»

Valerio Roila
Periferia dell’impero cestistico di Treviso, quello dove non tramontava il sole dei Benetton, in un tempo poco lontano che pare un’era fa. Un gruppo di amici fonda un sodalizio in un paese di nemmeno diecimila anime, appiccicato all’operosa Conegliano, terra santa vocata alla pallavolo: San Vendemiano, che vide sui campetti poco verdi della parrocchia sgambettare un Ale Del Piero imberbe e ancora ignaro della sua parabola calcistica. La passione dei soci si palesa già dalla denominazione: Rucker, come l’arcinoto parco di Harlem, distretto di Manhattan, New York City, il playground più famoso al mondo, frequentato anche dalle leggende Nba. Sorry, abbiamo detto San Vendemiano? In realtà i Rucker nascono nella vicina Vazzola, altro micro-comune, prima della fusione con la società della sede attuale, completata nel 2011. In breve, la faccenda sfugge di mano, cresce più di quanto si potesse immaginare, cose che capitano, quando allo slancio si unisce la competenza. Ed eccoli in Serie B, a raggranellare risorse per roster più ambiziosi e risultati migliori. Giacomo Siberna, ala dei Blacks, a San Vendemiano ci ha ballato per un solo anno, quello più difficile. «Eravamo nella stagione post Covid - racconta lui - il 2020/2021, con un regolamento sui generis. In più mi feci male alla caviglia, l’infortunio più serio della mia carriera, due mesi e mezzo fuori. Eppure, ricordo quel campionato con piacere. Mi sono trovato a meraviglia, ero in squadra con Tassinari, con cui avevo vinto il campionato ad Orzinuovi, ho legato molto con l’assistant coach Napolitano, che ora allena le giovanili della Reyer Venezia. Eravamo un gran bel gruppo. La società è super, con un clima familiare, sereno, i dirigenti che si conoscono da tempo. Una piccola realtà: seria, organizzata, ambiziosa». I veneti hanno già incrociato la strada di Faenza in questa stagione, sempre al PalaCattani. È accaduto in Supercoppa, nei quarti di finale, ed i neroverdi la spuntarono 68-55, approdando alle final four: «Già, ma loro erano privi di Gluditis, il loro straniero, un tiratore dal rilascio micidiale. In estate hanno cambiato struttura, rivoluzionando la rosa, oltre che lo staff tecnico. Sono da corsa e stanno facendo bene, coperti in tutti i settori, con lunghi di livello ed esterni che sanno anche giocare vicino a canestro. Una delle chiavi sarà la marcatura di Gluditis, ma non basterà: sono rognosi, con pochi punti deboli». In Supercoppa i Blacks misero le cose in chiaro nel terzo periodo, quello in cui ultimamente sembrano patire dei blackout. Ma i due impegni ravvicinati casalinghi (dopo i Rucker, il recupero con Lumezzane, mercoledì 15) sono una ghiotta occasione: «Abbiamo disputato due partite in fotocopia: con Ozzano e Virtus Imola siamo andati in fuga nel primo tempo, per poi addormentarci ad inizio ripresa, ed essere bravi a reagire nell’ultimo quarto. Sappiamo che con squadre meglio cabotate un calo del genere può costarci caro. Ma vedo che il processo di amalgama sta andando a punto. Ci cerchiamo in attacco, dietro siamo più aggressivi, cose che ci erano mancate all’inizio. Questi due match devono farci tornare dove ci aspettavamo di essere ad avvio stagione».