Basket B Nazionale, per Garelli comincia un playoff al sapore di amarcord: «Contro Livorno i miei Blacks Faenza dovranno essere liberi di testa»

Romagna | 03 Maggio 2024 Sport
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Valerio Roila
Coach Garelli, l’avversaria del primo turno play-off non le è indifferente. Alla Libertas Livorno ha allenato un solo anno, quello prima dell’approdo a Faenza, ma è stata una stagione particolare, perche la società si era appena riaffacciata al basket che conta, lei non era in panchina da qualche anno, si era nella stagione del post-Covid e arrivaste fino all’atto conclusivo. Cosa le ha lasciato?
«Si è trattato di un’annata sui generis. La passione viscerale si percepiva in città e sui media, ma abbiamo giocato in un impianto da 8.500 spettatori sempre vuoto a causa delle regole anti-Covid, eccetto le 500 presenze ammesse nell’ultimo periodo. Dal punto di vista sportivo è stata molto bella: la Libertas aveva appena acquisito i diritti di Serie B e non era facile arrivare subito a risultati come le finali di Coppa Italia ed a giocarci la promozione fino in fondo. A fine anno avrei avuto il contratto per un’altra stagione, ma nonostante i buoni rapporti con dirigenze e tifoseria, non c’era condivisione di progetti tra me ed il presidente, ed ho preferito non cominciare un campionato con divergenze marcate che avrebbero potuto portare a grossi problemi. Ciononostante, sono rimasto legato alla società e credo che sarò ben accolto».
E se quella fu una stagione per certi versi unica, anche quella che sta vivendo ai Blacks, per ora, non è stata da meno. Magari c’è da scrivere ancora un finale da consegnare alla storia?
«Siamo stati dentro un frullatore. Personalmente, subentrare a chi mi aveva sostituito, era un’esperienza che mi mancava e che penso in pochi possano vantare. Sono stato richiamato con l’obiettivo di raggiungere i playoff che, dato il durissimo calendario residuo, erano in forte dubbio. Il roster era costruito per provare ad ambire ai primi quattro posti nel girone: sappiamo che nella nostra miglior versione possiamo giocarcela con le squadre più importanti, ma dovremo pensare in termini di serie e non di partite singole, per essere una scomoda settima testa di serie. E non farci sorprendere dall’ambiente, dalla loro solidità ed aggressività. La pausa, per la prima volta introdotta tra la regular season e i playoff, ha interrotto il nostro trend positivo, e c’è sempre l’incognita di come sarà la ripresa, ma ci tuffiamo subito dentro un bel clima: sarà come una sberla per farci risvegliare subito».
Quanto è forte la Libertas Livorno che andrete ad affrontare, se la confrontiamo alle migliori del vostro girone, come Roseto o Ruvo di Puglia? 
«Non solo le opinioni, i roster, gli investimenti ed i numeri di tifosi, ma anche i risultati della Coppa Italia, hanno dimostrato che il girone A quest’anno aveva qualcosa in più. Ci siamo obbligati ad affrontare subito l’eccellenza, con il peggior avversario possibile: una squadra che ha vinto due derby davanti a ottomila persone, che con le rivali di livello non ha mai fallito. La loro è la miglior difesa dell’intero campionato: tosta, intensa, che mette le mani addosso. Non potremo certo batterli facendo 90 punti. Noi abbiamo regole difensive simili alle loro, anche se loro le hanno applicate con maggior efficacia. Se riusciamo ad assottigliare questo gap ed a giocare con fiducia in attacco, aumenteremo le nostre speranze».
C’è qualcosa che sta vedendo ora all’interno della sua squadra e che non vedeva a inizio stagione, che magari le fa sperare nella possibilità di sovvertire il pronostico?
«Quando sono tornato ho chiesto ai ragazzi la disponibilità al sacrificio e voglia di mettersi in gioco, mollando il freno a mano della paura serpeggiante, che è stata la costante che non ci permetteva di esprimerci al meglio. Ci siamo riusciti abbastanza, anche se non continuità, e le quattro vittorie sono arrivate perché il gruppo ha giocato con atteggiamento più sbarazzino, non pensando troppo, facendo prevalere le caratteristiche tecniche piuttosto che il pensiero tattico di cosa potesse accadere. Non a caso la vittoria più difficile è stata con Bisceglie, quando eravamo favoriti e non potevamo sbagliare. L’eccessiva attesa ci ha fatto giocare tirati ad inizio stagione e l’infortunio di Tomasini ha influito sul momento negativo, rodendo la nostra fiducia, facendo prevalere la tensione. Che ora permane, essendo ai playoff, ma dovremo incanalarla sul fatto che giochiamo contro una big, in un ambiente carico. Possiamo uscirne solo giocando liberi mentalmente e, sul piano tecnico, con un approccio difensivo di alto livello». 
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