Basket B Nazionale, Pastore (Blacks Faenza) ritroverà tanti vecchi amici: «Roseto e Gramenzi, quanti ricordi»

Valerio Roila
Andrea Pastore, play/guardia dei Blacks, è l’ex di turno, da parte neroverde, della Roseto a cui domenica i faentini andranno a far visita. Ci ha trascorso due stagioni, in uno di quei piccoli scrigni italiani ricolmi di passione per la pallacanestro: «Una cittadina dove si conoscono tutti e devota a questo sport: ne parlano tutti, dai più piccoli agli anziani. Essendo un posto di mare, piccolo e raccolto, con la spiaggia raggiungibile a piedi da qualsiasi punto, si vive molto bene. Hanno un palazzetto storico come il PalaMaggetti, molto grande ma sempre pieno, con una delle atmosfere più coinvolgenti d’Italia. Gli anni più gloriosi sono passati, ma la passione non si è mai spenta, e dovunque vai tutti ti riconoscono, ti chiedono qualcosa, al limite dell’invadenza, ma fa parte del gioco». Pastore proveniva da stagioni in crescendo in A2, nella sua Latina, a Piacenza e a Rieti. Nel 2020 però accetta di scendere di categoria. «Era l’anno del Covid, non trovavo una sistemazione soddisfacente in A2. Roseto è stata la squadra che mi ha più insistentemente cercato, ed alla fine è stata l’unica con la quale ho approfondito il discorso, fino alla firma». Nella prima stagione, una sorta di anno zero per una società rifondata, si parte a fari spenti, non certo coi favori del pronostico: «Siamo stati la cosiddetta underdog del campionato. Crescendo man mano nel corso della stagione. Rieti era la favorita per la promozione, e riuscimmo ad eliminarla in semifinale. Poi Nardò ci beffò alla bella: avevamo già una rotazione corta, con un senior in meno rispetto alle altre, e durante la serie con Rieti si fece male anche Serafini. Ci fu rammarico, ma i pugliesi ebbero i loro meriti». Secondo anno. Stavolta Roseto è la squadra da battere. Vince la Coppa Italia di categoria ed è prima al termine della regular season. Arriva però un’altra cocente sconfitta in finale, stavolta per mano di Rimini, appena uscita dalla battaglia con Faenza in semifinale: «La Rbr è riuscita nell’impresa di vincere due volte a Roseto. Ci sono sembrati di un altro livello rispetto a noi, sinceramente. Alla fine, questo dei due anni è stato quello che mi è rimasto più nel cuore, è stato esaltante. Il primo è stato comunque bello perché abbiamo sorpreso e ci siamo superati, ma ho subito un paio di infortuni poco piacevoli che ne hanno offuscato il ricordo». La delusione per la doppia beffa in finale è stata tra i motivi per cui ha lasciato Roseto per Faenza nell’estate 2022, ma non il solo: «Vedevo troppe cose immutate, ero arrivato ad un punto in cui dovevo cambiare. Può sembrare una frase fatta, ma cercavo nuove motivazioni, ed ho la fortuna di fare un mestiere che me lo permette». I contatti con alcune figure del paese abruzzese sono però ancora forti e Pastore si attende una buona accoglienza al suo ritorno al PalaMaggetti: «Mi auguro di aver lasciato un buon ricordo, a differenza di Rieti, ma soprattutto mi aspetto la solita atmosfera. Dei vecchi compagni d’avventura sento spesso il senior assistant Emidio Testoni, classe 1937. Inoltre, mi sono molto legato al viceallenatore Nando Francani ed al play Di Emidio, che ora gioca a San Vendemiano. Senza dimenticare che ora Roseto è allenata da coach Franco Gramenzi, con cui ho disputato tre stagioni a Latina, e che mi ha introdotto alla pallacanestro professionale». Poi c’è la parte agonistica, con i Blacks alla quarta partita con coach Lotesoriere, alla caccia di una scia vincente per tornare tra le migliori: «Il cambio di guida tecnica ci ha riportato identità difensiva e regole diverse in attacco, aiutandoci a riprendere quella fiducia che avevamo smarrito. Chiaro che sarà durissima a Roseto, contro una squadra giovane ed affamata, fisica ed intensa, con due punte di diamante come Mantzaris e Poletti».