Basket B Nazionale, Molinaro è un ex pericoloso sulla strada di Faenza: «Sarei rimasto, qualcuno non ha voluto»

Romagna | 07 Ottobre 2023 Sport
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Valerio Roila
Sbarcato al PalaCattani nel febbraio del 2022, subito dopo l’arrivo di coach Garelli, che già l’aveva allenato a Udine, Lorenzo Molinaro contribuì a girare quella strana stagione dall’andamento sinusoidale, cominciata con la conquista della Supercoppa, poi virata verso il brutto, comportando l’esonero di Serra, e finita in gloria, con l’uscita onorevole in semifinale playoff per mano di Rimini. L’ultima annata invece iniziò per lui con un dolore strano al fondo schiena, che si rivelò essere un’ernia: antidolorifici, infiammatori, terapia conservativa, l’intervento chirurgico. Un calvario che lo tenne lontano dal parquet quattro mesi. Al rientro non trovò spazio per tornare ai livelli precedenti ed in estate fu separazione. Molinaro si è ora accasato alla Virtus Padova, prossimo avversario dei Blacks, domenica sera (ore 20,30).
Molinaro, la dobbiamo presentare come un ex dal dente avvelenato o come quello che ha ancora tanti amici nella sua vecchia società?
«Serbo un pizzico di rammarico per come sono finite le cose. Sarei rimasto volentieri, perché a Faenza si vive in un ambiente sereno e sono rimasto in buoni rapporti con tutti, ma il mio contratto era in scadenza e non ci sono stati contatti significativi per prolungarlo. Evidentemente la società ha fatto altre scelte, virando su giocatori comunque molto forti, da inserire nel progetto di questa stagione, e che nelle valutazioni del coach si inseriscono meglio nel sistema. Mi è dispiaciuto lasciare anche la città, perché ci ho vissuto esperienze che mi hanno segnato, come quella del periodo post-Covid o quello dell’alluvione».
Ripercorrendo il suo anno e mezzo a Faenza, si può dire che il 2022 è stato propizio, con il suo arrivo a metà stagione, un campionato in crescendo dal punto di vista personale e di squadra, con l’onorevole eliminazione ai play-off con Rimini, mentre nel 2023, che ha visto i Blacks fare più strada, lei ha vissuto un momento difficile, a causa dell’infortunio. Cosa le hanno lasciato?
«Ho vissuto un periodo di grande incertezza, perché all’inizio non si capiva quanto dovessi star fuori. Ho fatto di tutto per rientrare nel minor tempo possibile, e dopo un mese e mezzo dall’operazione ero disponibile. Poi sono state fatte scelte tecniche differenti, che mi hanno lasciato l’amaro in bocca, perché avrei voluto dare il mio contributo, memore di quanto accaduto nella stagione precedente, quando da quart’ultimi, con una splendida cavalcata finale, nonostante qualche difficoltà nell’inserirmi in corsa, abbiamo disputato degli ottimi playoff. Io mi sentivo bene, ma il mio rientro è stato posticipato, e quando c’è stato, non avevo più la stessa fiducia da parte del coach. La sconfitta in finale, vista praticamente da fuori, mi ha fatto anche più male, ma ritengo aver dato tutto alla maglia e di essermi comportato con professionalità, rimanendo positivo nel momento difficile, anche quando mi sentivo privato della possibilità di far bene».
Com’è la sua situazione fisica attualmente?
«Mi sono ripreso completamente dall’infortunio, al momento è come se non mi fossi neanche operato. Per il resto sto fronteggiando qualche acciacco, come normale in questo periodo, che tutti i giocatori sanno di dover gestire. Spero di essere in forma per domenica».
Che ambiente ha trovato a Padova?
«Un sodalizio tranquillo ed appassionato, che punta molto sul vivaio e sui giovani da formare, con qualche elemento di esperienza per aiutarli nel cammino, senza pressioni o proclami di classifica. Giocare in provincia non aiuta a cementare l’entusiasmo, e attendo la prima in casa per capire la situazione, ma la società sta cercando di alimentare l’interesse anche attorno alla prima squadra».
Cosa succederà domenica? Quali emozioni si aspetta nel rivedere la sua vecchia squadra?
«Passerò la prima parte del riscaldamento a salutare tutti ed a scherzare come se fossimo ancora in squadra assieme, d’altronde sento spesso tuttora i miei ex compagni. Poi però mi concentrerò per essere cinico e fare di tutto di tutto per vincere. E dopo il suono della sirena, di nuovo amici come prima. Per me è una bella occasione di riscatto, ma principalmente è importante per la squadra, perché è sempre bello battere i più forti. Come finirà? Loro sono due piste avanti a noi, ma la prima giornata hanno dimostrato di non essere invincibili».
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