Basket B Nazionale, la grande famiglia dei Raggisolaris Faenza: «Divento papà, poi voglio i playoff»

Valerio Roila
P come Papà. P come primogenito. P come Pastore, Petrucci e Papa. Per completare il «fattore P» dei Blacks mancherebbero Poletti e Poggi, ma da questa storia li tiriamo fuori, perché non si parla solo di Pallacanestro (ancora la P ben presente), ma appunto anche di genitorialità. Da qualche giorno, infatti, Andrea Pastore è diventato padre per la prima volta di un maschietto chiamato Manuel, e non è il solo lieto evento della grande famiglia dei Raggisolaris. A ruota è in arrivo anche il primogenito di Marco Petrucci ed il tris sarà poi completato dalla prima erede di Francesco Papa. Giusto allora che il discorso sportivo faccia spazio a quello più umano, così coinvolgente ed inscindibile dal contesto. Così, capitan Petrucci è in ovvia fibrillazione in questi giorni, e non solo per l’importantissima partita di domenica a Chieti. «Già, manca veramente poco. La scadenza è tra tre settimane, ma dalle ecografie risulta già abbastanza avanti; quindi, da un momento all’altro potremo conoscere Leonardo. In casa è tutto pronto per il nuovo arrivo, perché naturalmente se io sono agitato, mia moglie lo è dieci volte tanto. In questi giorni - scherza il numero 13 neroverde - le dico sempre di sì a tutto». La settimana scorsa avete già festeggiato il fiocco azzurro in casa Pastore. Cosa vi ha raccontato delle sensazioni provate in questi giorni? «Sono stati per lui giorni impegnativi, intensi e di grandi emozioni. Il travaglio è stato lungo ed ha passato due notti in ospedale. Ci ha detto che è un evento stupendo ed indescrivibile da vivere e la partecipazione emotiva della squadra è stata davvero forte. Non vedo l’ora di toccare con mano questa esperienza, e poi toccherà a Francesco Papa, che è in attesa della sua bimba, Ginevra».
Venendo al discorso cestistico, con San Severo avete confermato il trend di crescita nel gioco, ritrovando il successo, pur tra qualche problema finale. «Abbiamo obiettivamente disputato una buona partita. Dispiace davvero per come abbiamo sciupato una parte di quanto fatto, dopo esserci arrampicati fino al +16 a quattro minuti dalla fine. C’era la possibilità di ribaltare il risultato del doppio confronto, dopo aver perso di 19 in Puglia, e per un eccesso di foga stavamo per farci addirittura sfuggire il match. L’importante è stato comunque tornare a vincere e rimettere in moto la classifica per acquisire fiducia nella volata playoff». Lo scontro diretto di Chieti è una tappa fondamentale di questo percorso. Che gara si prospetta? «Un avversario molto impegnativo, specialmente in casa dove si trasforma, e dove è riuscita a battere praticamente tutte le big, comprese Ruvo, Roseto e Jesi. Dovremo cercare di reggere la loro fisicità e la grande intensità che riescono a mettere sul parquet. Hanno mutato pelle rispetto all’andata, non ci saranno più Tiberti, Del Testa e Rodriguez, ma hanno ingaggiato un centro solido come Nwokoye e soprattutto hanno ripreso Karl-Johan Lips, un’ala grande estone, che aveva già giocato per loro in A2, un ottimo realizzatore e notevole rimbalzista, molto difficile da limitare. Cercheremo di farci trovare pronti».