Basket B Nazionale, il gm Baccarini pretende una reazione: «Meno supponenti e più... operai: Blacks Faenza, la stagione non è buttata»

Romagna | 12 Gennaio 2024 Sport
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Valerio Roila
Lo sguardo di Andrea Baccarini va oltre l’orizzonte. Il general manager dei Blacks, che hanno virato la boa del girone di andata in una zona d’ombra della graduatoria, mettendone in pericolo la partecipazione ai playoff, non rinnega le scelte passate, ma nemmeno concede di farle pesare oltre l’ovvio. Le energie sono tutte protese alla ricerca delle soluzioni, a far girare nella toppa tutte le chiavi del mazzo a disposizione, per trovare quella che possa aprire le porte di un Olimpo finora solo bramato e mai abbrancato. La spinta è verso il richiamo generale all’unità di intenti e l’aiuto potrebbe arrivare dal mercato, dove sono attese novità a breve. Si vocifera di un nome pesante, come quello del sempre concupito Mitch Poletti. Intanto, il punto di mezzo della stagione regolare presta il fianco ai primi bilanci parziali.
Baccarini, inutile nascondersi dietro ad un dito. La classifica alla fine del girone di andata non è quella che vi aspettavate e speravate.
«No, nel modo più assoluto. Ma abbiamo tutto un girone di ritorno davanti per cambiare la nostra stagione. Dobbiamo avere meno supponenza, acquisire la mentalità da squadra operaia, che abbia dentro cattiveria agonistica e voglia di aggredire le partite, senza aspettare che vengano a noi».
Dopo una buona Supercoppa, si sono avvertiti degli scricchiolii già ad inizio campionato, nonostante un roster quasi completamente confermato. Ritiene che la squadra possa aver avvertito la pressione dei pronostici e dei proclami?
«Le aspettative erano fin troppo alte, considerando il livello del campionato, ma ora è inutile guardare al passato: le disamine su quello che doveva essere non sono funzionali se non per le analisi future. Ora è doveroso rimboccarsi le maniche e cercare di guardare avanti, mettere il noi davanti all’io, e non essere vittima di insicurezze: in campo vanno dei professionisti, e devono cercare di fare il loro per svoltare la stagione. Abbiamo visto negli anni passati che si può fare, cercando la scintilla giusta».
Quant’è stato dura la decisione di sacrificare coach Garelli?
«Molto, innanzi tutto dal lato umano, e poi perché da allenatore aveva dato tutto quello che aveva. Ma la società è chiamata a fare le sue scelte: è arrivato un allenatore preparato, sappiamo che il suo percorso non può essere immediato, e che ha bisogno della collaborazione di tutti. Lo dobbiamo anche alla piazza ed ai tifosi, che ci stanno seguendo in massa anche in trasferta, ed a cui vogliamo restituire qualche soddisfazione».
La carta del cambio di conduzione tecnica non ha fatto per ora ritrovare continuità, l’alibi dell’assenza di Tomasini è finito col suo rientro sul parquet, non resta che chiedere un aiuto al mercato, magari con lo straniero tanto invocato dalla piazza, che le migliori del girone hanno in organico? E, in questo caso, in quale settore interverreste?
«Non diamo certo la stagione per persa, pertanto ci stiamo guardando intorno a 360 gradi. Italiano o straniero, in qualsiasi ruolo. Ma solo per inserire un elemento che possa essere funzionale, non un giocatore tanto per prenderlo: dev’essere un innesto qualitativo e non quantitativo, che migliori la squadra sull’aspetto tecnico».
In caso di entrata di un giocatore, qualcuno della rosa rischia il taglio?
 «L’allenatore ha pagato per primo, ma sono tutti sotto esame. Ed avendo già una rosa che ruota nove giocatori, il discorso mercato riguarda anche le uscite, perché la gestione di dieci elementi potrebbe diventare difficoltosa per le scelte dell’allenatore».
Qual è finora il suo rammarico più grande all’interno di questa stagione?
«Non essere riusciti a dare quella continuità che ci saremmo aspettati, ma piangere sul latto versato porta a poco, preferiamo concentrarci sul lavoro per cementare il gruppo e su cosa fare perché ciò accada».
E quale lezione importante sta apprendendo dalla situazione attuale? 
«S’impara sempre dal passato e faremo tesoro delle scelte che non hanno pagato, il tutto sarà analizzato nelle valutazioni per le linee guida della prossima stagione. Lo sport di squadra purtroppo non è sempre lineare, sarebbe troppo facile. Di certo si tratta di un bel bagno di umiltà, che ci obbliga a rimboccarci le maniche».
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