Basket B Nazionale, i Blacks Faenza hanno un ex speciale come Papa: «Quanti bei ricordi a Fabriano»

Valerio Roila
Francesco Papa, ala/centro pescarese classe 1995, è stato tra i protagonisti della promozione in A2 di Fabriano nel 2021 e, nell’annata passata, richiamato dalla stessa società dopo l’anno di Rieti, è stato uno degli interpreti più fulgidi della bella stagione dei marchigiani. In estate arriva a Faenza e la sorte gli mette di fronte la sua ex squadra due volte nel giro di un mese e mezzo. Ma se in Supercoppa si è giocato al Cattani, stavolta è atteso in quello che è stato il suo impianto casalingo nello scorso campionato.
Papa, si attende un’accoglienza particolare da parte dei suoi vecchi sostenitori ed emozioni più intense da parte sua?
«Di certo avrò sensazioni particolari, ma saranno positive. E sono quasi certo che sarò accolto nel migliore dei modi, perché ci siamo lasciati nel modo più corretto e rispettoso possibile. In quelle due stagioni si sono creati legami fortissimi, ed ho lasciato lì tanti bei ricordi».
Come è vissuto in una piazza così appassionata come Fabriano questo esilio a Cerreto d’Esi?
«Con acredine. Ci sono tanti tifosi storici che non seguono più la squadra, quasi per protesta, dopo tante promesse, cadute nel vuoto, di completare la manutenzione del PalaGuerrieri per poter tornare a giocare in città. Quando abbiamo vinto il campionato l’afflusso è stato molto basso in regular season e la differenza si è vista nei playoff. Alla fine i dirigenti erano rammaricati per non aver potuto festeggiare nel loro impianto di sempre, è stato un vero peccato. Anche l’anno scorso avremmo fatto spesso il tutto esaurito, per come abbiamo giocato, se non fossimo stati lontani dalla nostra casa».
Secondo lei domenica la partita si giocherà più sul piano tecnico-tattico o su quello emotivo e dell’intensità?
«Sinceramente avrei preferito loro vincessero ad Ozzano, perché so che, dopo una brutta partita in trasferta, in casa moltiplicheranno le forze per riscattarsi. Sarà comunque una partita dura anche sul piano tecnico, perché loro hanno giocatori molto tattici e duttili, mentre noi abbiamo lavorato molto su noi stessi, recuperando il tempo perso a causa della Supercoppa».
Il suo inizio stagione a Faenza è stato molto buono in Supercoppa, poi qualche problema fisico l’ha rallentato. A che punto può dirsi dell’integrazione in squadra?
«Mi sono trovato subito alla perfezione in squadra, come gli altri tre nuovi arrivi, anche grazie all’aiuto di chi era già qui. Spiace per gli scivoloni, in particolare quello di Padova, che ancora fatichiamo a spiegarci, perché non sembravamo noi. Forse gli impegni ravvicinati del torneo precampionato ci hanno messi in una condizione psicofisica non ottimale, ma ora stiamo tornando in carreggiata e io mi sento sempre più integrato».
In che cosa i Blacks devono ancora migliorare per diventare una squadra da promozione in A2?
«Dobbiamo imparare ad essere più cattivi e concreti in difesa, per aprirci il campo e correre, avere più ritmo ed essere più fluidi in attacco. Con Vicenza, che in precedenza aveva messo in grossa difficoltà Ruvo, ci siamo riusciti. Da qui a maggio dovrà esserci comunque un miglioramento costante in tutte le voci del gioco».
Lei può dirsi ormai esperto della Serie B, data l’esperienza ormai quasi decennale. Come è cambiato il suo ruolo in questi anni?
«Da giovane correvo, prendevo rimbalzi, portavo blocchi, e facevo il lavoro sporco. Ancora adesso mi impegno per raccattare rimbalzi e correre il più possibile, ma sono migliorato tecnicamente, ho più responsabilità, so stare meglio in campo e vedere meglio il gioco, anche grazie ai compagni avuti in squadra, che mi hanno permesso di rubare ogni anno qualcosa da qualcuno».