Basket B Nazionale, Faenza, Ravenna e il solito «toto-girone»: rotolando verso Sud, ma senza le siciliane
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Valerio Roila
Sempre questioni di montagne che partoriscono topolini. Capita spesso, in questo strano Paese, la cui forma già è presagio di qualcosa fatta per i piedi, e nel quale si finisce a fare qualcosa «con i piedi». Quella che era partita come riforma epocale dei campionati di basket sotto la Serie A, sviluppata nell’arco di tre anni, si trova già ad essere criticata, sconfessata, abiurata. E lasciamo qui da parte, per motivi di decenza e per non uscire fuori tema, la ridenominazione dei campionati regionali, con quei DR1, DR2, DR3 (Divisione Regionale) che obbligano tutti, spesso anche organismi federali ufficiali, a specificare «ex Serie D», «ex Promozione», eccetera. Dunque, la Serie B Nazionale 2024/2025, a compimento della riforma, doveva presentare ai nastri di partenza 42 squadre, divise in tre gironi da 14, in modo da limitare le spese delle trasferte. Salvo poi accorgersi che così i raggruppamenti sarebbero potuti diventare troppo simili all’Interregionale della categoria inferiore, in caso di Regioni contigue con un numero di squadre abbastanza folto (un girone sarebbe stato quasi completato da Emilia-Romagna e Toscana, un altro da Lombardia, Piemonte e Veneto). Quindi, si torna ai due gironi, con le solite elucubrazioni sulla divisione Est-Ovest o Nord-Sud, con il classico problema delle società siciliane, meglio assistite dagli scali aeroportuali del settentrione. I gruppi sarebbero però, al di là della numerosità dispari, che in Italia risulta tradizionalmente ostica, talmente numerosi da costringere ad un calendario a tappe forzate, con ben dodici infrasettimanali, particolarmente nefasti date le distanze da colmare per quelli che restano pur sempre sodalizi della terza categoria nazionale. Ma ecco che giunge in aiuto di tutti la soluzione ideale: nella riforma non si parla di ripescaggi; quindi, in caso di squadre che non si iscrivano, si può ridurre il numero delle partecipanti. Al momento le defezioni certe sono già due: Orzinuovi, che ha beneficiato del diritto di Treviglio, fondendo le due società, ed è risalita in A2, ed Ozzano, che ha sventolato bandiera bianca causa insostenibilità dei costi e chiesto il riposizionamento in B Interregionale. Quindi: nessun ripescaggio e due gironi da 20, con numero di infrasettimanali che scende ad otto. Ma ombre nere aleggiano su altre società, la cui partecipazione al prossimo campionato di B Nazionale resta in bilico: Andrea Costa Imola, Bergamo, Chieti e Bisceglie le situazioni più critiche. L’orientamento sembra essere quello di procedere a ripescaggi solo in caso il numero di squadre diventasse dispari, con diverse società interessate alla finestra (Loreto Pesaro, Caserta, Salerno e Padova le papabili). Dovendo servire le carte con il mazzo attualmente a disposizione, contando sul fatto che l’orientamento emerso dopo l’ultima riunione della Lnp è quello di «muovere le acque» provando a suddividere i gironi in Nord e Sud, con l’eccezione siciliana di cui abbiamo parlato, ed anche con quella della Toscana, che per ragioni di strade di comunicazione meglio si abbina con le settentrionali, per le sette squadre emiliano-romagnole (Faenza, Ravenna, Andrea Costa, Virtus Imola, Fidenza, Fiorenzuola e Piacenza) si ipotizza un inserimento nel raggruppamento meridionale, con le due marchigiane (Fabriano e Jesi), le cinque laziali (Latina, Luiss e Virtus Roma, Cassino, Rieti), le due abruzzesi (Chieti e Roseto), le tre pugliesi (Bisceglie, Ruvo e San Severo) e la sola campana (Sant’Antimo). Il girone settentrionale sarebbe invece composto da due piemontesi (Casale Monferrato e Omegna), sette lombarde (Monza, Crema, Desio, Legnano, Lumezzane, Bergamo e Saronno), sei toscane (Chiusi, Pielle Livorno, Piombino, Herons e Gema Montecatini), tre venete (Mestre, San Vendemiano e Vicenza) e tre siciliane (Agrigento, Capo d’Orlando, Ragusa). Piccoli spostamenti sono ancora al vaglio, come quello che vorrebbe le due toscane più a sud (Piombino e Chiusi) spostate nel meridionale e le due emiliane più a Nord (Piacenza e Fiorenzuola) nel settentrionale. Ed il quadro, come detto, può essere ancora ridisegnato da uscite ed eventuali entrate, con la segreta speranza di molte di poter ulteriormente ridurre l’organico, presentandosi al via con due gironi comunque corposi (non si andrà sotto i due gruppi da 18, come nella stagione appena conclusa) ma con un numero minori di viaggi da dover gestire in mezzo alla settimana. Ad ogni buon conto, per Faenza e Ravenna si tratterebbe di un girone stimolante, con grandi piazze dalla buona tradizione, incroci ritrovati dopo diversi anni di assenza, e qualche novità, alcune anche molto stuzzicanti, come la presenza della rifondata Virtus Roma, che si può già ipotizzare tra le grandi protagoniste, al pari delle «solite» Roseto, Ruvo, Fabriano e Jesi.