Basket B Nazionale, Blacks Faenza-Tomasini e l'operazione riscatto: «Voglio restare per ripagare la fiducia»

Romagna | 02 Giugno 2024 Sport
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Valerio Roila
Centosessantuno minuti. Tanto è durato il campionato di Simone Tomasini, arrivato a Faenza con le stimmate del go-to-guy dei momenti decisivi, per far compiere il definitivo salto di qualità ai Blacks. Dopo una buona prestagione, l’ex Rieti è stato rallentato dai problemi al ginocchio destro, si è messo a disposizione anche nel ruolo di playmaker, poi ha gettato la spugna e si è operato. Ora morde il freno, lavorando alacremente per il ritorno in pista. Lo chiamiamo proprio mentre si sta allenando, e con gentilezza d’altri tempi si scusa, rimandandoci a qualche ora più tardi. Misura le parole, Simone, le pesa con cura, prendendosi il tempo per esprimere al meglio i concetti. Caratteristica che ribalta sul parquet, quando con la sua rapidità di pensiero e di azione ha costruito tante azioni vincenti all’ultimo secondo. Con lui ripercorriamo le tappe del suo infortunio: «Si trattava di un fastidio che avevo già avvertito nella stagione precedente, e che poi si era risolto. In questo campionato ho iniziato a sentire male già dalle prime partite, ed ho lavorato coi fisioterapisti per lenirlo. Ma a Padova ho preso un colpo e da lì in poi è stato un calvario, in alcuni giorni non riuscivo a camminare. Mi sono fermato un po’, poi ho riprovato, ma la situazione è peggiorata, ed ho deciso, dopo i vari consulti, di operarmi».
A febbraio è finito sotto i ferri alla clinica Salus di Reggio Emilia, con l’equipe del dottor Rocchi. A che tipo di operazione si è sottoposto e quali sono i passi per il recupero?
«Mi hanno fatto una pulizia al ginocchio ed infiltrato cellule staminali rigenerative per la cartilagine. La ripresa procede nei tempi previsti. Ho fatto un mese con le stampelle, lavorando solo in piscina, ed ora dei passi graduali per recuperare forza nella gamba. Siamo ormai alla fase “return to play”, spero di poter tornare già da giugno ad allenarmi in palestra, con carichi bilanciati stabiliti strada facendo».
Quanto ha sofferto a star fuori dal parquet e non poter dare una mano nel finale di stagione dei Blacks?
«È stata durissima. Specie dopo aver visto l’atmosfera che c’era al PalaCattani nelle gare di cartello e nei playoff con Livorno. L’avevo già vissuta da avversario, ma giocarla e viverla con la maglia neroverde addosso farebbe un altro effetto».
I Blacks dovrebbero ripartire da lei e da Poletti, unici giocatori sotto contratto, e probabilmente da coach Garelli. Se sarà così, che tipo di squadra le piacerebbe venisse allestita, c’è una tipologia che predilige o che considera «vincente» in questo campionato?
«Di questioni contrattuali e della mia conferma non abbiamo ancora parlato, ma a me piacerebbe restare e ripagare la fiducia che hanno riposto in me, non essendoci ancora riuscito per cause di forza maggiore. A me piace giocare in una squadra energica, dall’impronta difensiva, e che sappia attaccare in campo aperto. Sono le caratteristiche nelle quali mi sento più a mio agio, ma l’importante è sapersi adattare a qualsiasi tipologia».
In questi playoff, una volta eliminata Faenza, ha simpatizzato per una squadra in particolare? E qual è la sua previsione secca sulle promosse in A2?
«Sto guardando tutte le partite, ma non tifo per nessuno. Ho visto molto bene Montecatini, non mi aspettavo che Avellino portasse alla quinta la PL Livorno e che Roseto la chiudesse 3-1 con Fabriano. E se proprio devo citare solo due squadre per pronostico, rimango sulle favorite per fattore campo, ovvero PL e Roseto».
Se questo campionato è stato più competitivo del precedente, data la riforma, il prossimo, con due gironi da 21 squadre, rischia di essere una colossale mischia. Come la vede? Ci sono delle squadre che si augura di affrontare?
«Mi piacerebbe ritrovare qualche mia ex squadra, non per rivalità particolari, ma per rivedere alcuni luoghi, come Legnano, Casale Monferrato, Rieti. Sarà una stagione infuocata. Abbiamo visto che quest’annata è stata complicata, ogni sconfitta ha pesato enormemente. Nel prossimo, che prevede tanti infrasettimanali, le squadre che vorranno arrivare in fondo dovranno essere più lunghe, equilibrate, con minutaggi spalmati, quasi in stile Eurolega». 
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