Basket B Nazionale, alla scoperta di Ravaioli, vice di Gabrielli: «Sento una grande responsabilità a Ravenna»
Agostino Galegati
Una prestazione tutt’altro che Immacolata è costata la quinta sconfitta stagionale casalinga all’OraSì. Tutto questo di fronte a una Fabo Herons troppo profonda, completa ed esperta con un Trapani superstar da 32 punti e 43 di valutazione. Un’altra partenza ad handicap, questa volta non colmata a differenza del turno precedente al Costa con Chieti. Il -14 del 2-16, pur con qualche avvicinamento, è rimasto di fatto fino alla fine. Una figura che spesso non viene molto considerata è quella dell’assistente-allenatore e Ravenna ha probabilmente il più giovane del campionato, Giacomo Ravaioli, classe 2002.
Ravaioli, lei è un assistente giovanissimo, come sta vivendo questa esperienza dalla scorsa stagione? Quali insegnamenti si sente di aver assimilato?
«E’ un’esperienza che sta richiedendo tanti sforzi, impegno e sacrificio ma allo stesso tempo è motivo di orgoglio poter allenare la squadra della mia città, dove sono cresciuto come giocatore e dove ho allenato il settore giovanile. Sento inoltre una grande responsabilità perché sono a contatto e lavoro con professionisti e altre doti che uno deve avere sono attenzione e dedizione al lavoro. Nel mio piccolo cerco di tenere l’asticella di questi aspetti sempre alta. Dai giocatori, da Max e da Andrea mi sento di dire che gli insegnamenti sono tanti ma non si smette mai di imparare e ogni giorno si torna a casa con un qualcosa in più da mettere nel proprio bagaglio».
L’anno scorso si è concluso con la salvezza in anticipo e il decimo posto finale con Max Bernardi. Somiglianze e differenze con Andrea Gabrielli?
«Lo scorso anno è stato decisamente positivo sotto tanti punti di vista. Dal punto di vista sportivo perché abbiamo ottenuto la salvezza direttamente senza passare dai playout. Dal punto di vista del mio rapporto con Bernardi è stato da subito ottimale, ha riposto immediata fiducia. Tra Bernardi e Gabrielli le somiglianze sono tante per il carisma con cui vivono la pallacanestro, sono due persone molto passionali, e la trasmettono ai loro giocatori. Con Gabrielli mi sto trovando molto bene, è preparato, attento ai dettagli e ha tanta cultura pallacanestro. Spero che i risultati siano gli stessi o anche migliori dello scorso anno in un girone difficile, con giocatori di valore assoluto e difficoltà anche dovute ai turni infrasettimanali. Tutto questo deve però essere uno stimolo in più a fare bene».
Qual è la sua settimana tipo con allenatore e squadra?
«La mia settimana tipo, visto che parallelamente alleno anche un gruppo del settore giovanile, è confrontarmi quotidianamente con Andrea non solo nella preparazione della partita, ma anche della preparazione degli allenamenti. Sono tutti i giorni in palestra, ma il mio lavoro non è solo quello di campo bensì anche di ufficio visto che la parte della visione di video, sia rivedere le proprie partite che quelle delle avversarie, è comunque fondamentale e richiede tempo e concentrazione. Per questo motivo è fondamentale razionalizzare i tempi per rimanere al passo».
Domenica altro impegno durissimo con l’altra Montecatini, quarta in classifica.
«Sarà un’altra partita difficilissima, su un campo caldo. La chiave sarà pareggiare o almeno limitare la loro fisicità che vede in Acunzo, Bedin, D’Alessandro e Toscano, a cui si devono aggiungere giocatori di esperienza come Burini e Di Pizzo e la loro bocca da fuoco Chiarini».