Basket B, la lunga attesa della Rekico e di Baccarini: "Servono i protocolli del calcio di A"
![basket-b-la-lunga-attesa-della-rekico-e-di-baccarini-quotservono-i-protocolli-del-calcio-di-aquot](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1604500764_ss51rekico.jpg&w=420&h=248)
Valerio Roila
Allenamenti ed amichevoli. Non può che essere questo il menu di queste settimane per la Rekico, dopo le buone prestazioni nella in Supercoppa ed in attesa dell’avvio del campionato, il 22 novembre, con la trasferta di Alba. Sabato 7, intanto, alle ore 18, è in programma il primo test di questa fase, al PalaSavena di San Lazzaro, contro il Bologna 2016, squadra neopromossa in B, ma inserita in un girone differente comprendente compagini emiliane, lombarde e siciliane. Sono giorni emotivamente coinvolgenti per i giocatori e difficili da gestire per lo staff tecnico, che ha dovuto riprogrammare più volte i tempi ed i modi della preparazione, per adeguarsi alle modifiche di programma sui calendari e sull’anomala pianificazione degli eventi agonistici, mentre tutto intorno la situazione sanitaria crea forti preoccupazioni sia a livello generale che sul piano personale, e ciò investe anche la sfera lavorativa. Ne abbiamo parlato con il general manager dei Raggisolaris, Andrea Baccarini. Com’è il morale nello spogliatoio, come stanno somatizzando i giocatori gli eventi di questa stagione così particolare? E come si spezza la quotidianità di allenamenti, dato l’appuntamento del campionato così lontano? «I ragazzi non mi sembrano preoccupati, o almeno non lo fanno vedere. Ci stiamo preparando in funzione del 22 novembre e faremo qualche amichevole proprio per rompere la routine e non perdere l’abitudine di confrontarci con altre squadre, poi è chiaro che si viva alla giornata. Vedo comunque che c’è grande voglia di iniziare, d’altronde ci stiamo preparando da fine agosto per questo scopo». L’assaggio in Supercoppa vi ha lasciato l’acquolina in bocca, ma ora sarete chiamati a giocarvi la stagione in un periodo di tempo compresso. Pensate che una squadra con tanti giovani come la vostra possa trarne benefici? «Lo speriamo fortemente. La gioventù ci può aiutare a livello fisico, anche se si è visto che può costare in termini di esperienza, di cali di concentrazione, di non saper prendere in mano le partite quando possibile. Ma il bicchiere è mezzo pieno, la Supercoppa è stato un buon test, abbiamo dimostrato di essere a livello con le cugine più attrezzate e ci ha fatto capire quali sono le aree possibili di miglioramento».
Qual è secondo lei la formula giusta per evitare rinvii dovuti a positività al Covid-19 all’interno delle squadre? «Il mio parere, illustrato ai consiglieri Lnp, è quello di fissare un numero di tesserati uguali per tutti, ad esempio 14, e poi di avere la possibilità di chiedere il rinvio se vengono riscontrate almeno cinque positività, ovvero che la squadra non abbia la possibilità di avere i dieci giocatori a referto. Attendiamo i protocolli per capire come sarà trattata la materia, ma penso che dovremmo attuare una modalità simile a quella di serie A di calcio, con l’isolamento dei giocatori positivi, senza stabilire quarantene all’interno delle squadre coinvolte. Altrimenti, con situazioni di calendario così compresse, come ad esempio un gennaio in cui affronteremo sette partite, il campionato non finirà più».