Basket B, l'assistant coach Agresti inquadra la gara contro Ancona: "La Rekico deve tenere i ritmi alti"

Valerio Roila
Bisognerebbe partire da molto lontano per parlare della prossima sfidante della Rekico, di scena domenica al Cattani (ore 18). Addirittura dal 1173, quando con un eroico atto, la patriota Stamura salvò la Repubblica Marinara di Ancona dall’assedio di Federico Barbarossa. Oppure dal 1907, quando il nome dell’eroina venne utilizzato per la nascente società di ginnastica del capoluogo marchigiano. Per poi passare al 1920, quando una rappresentativa del sodalizio prende parte al primo campionato ufficiale italiano di pallacanestro. Una denominazione che ha percorso i decenni tra alterne vicende e che si è riaffacciata solo nella scorsa stagione, grazie all’unione di intenti con un’altra società cittadina, il Campetto, alla ribalta della terza categoria italiana, chiudendo il campionato con una comoda salvezza. Ripartita con ambizioni aggiuntive, pur nel più competitivo girone adriatico di quest’anno, Ancona sta accusando enormi problemi di «messa su strada». Anche se, nel computo delle sconfitte, vanno considerate le asperità di un ripido calendario, che le ha posto come ostacoli esterni le invalicabili Fabriano e Rimini, mentre in casa ha assaggiato le rudezze difensive della sempre più sorprendente Ozzano. Eppure i numeri per far bene ci sarebbero tutti e la società sta anche pensando a drastiche soluzioni (al vaglio la posizione di coach Regini) o di irrobustire il roster con un play d’esperienza come Andreani, per correggere la rotta. L’assistant coach della Rekico, Claudio Agresti, ci aiuta ad inquadrare il momento dei dorici.
Coach, secondo il suo parere, Ancona sta giocando sotto le sue potenzialità? 
«Credo proprio di sì. Per ora pare un gruppo disomogeneo, che ha avuto problemi di amalgama e per questo non dà risultati confacenti alla somma dei singoli elementi. Si tratta di un roster di età media un po’ alta, ma al momento sembrano anche poco sereni».
Quali sono gli elementi di questa squadra che teme di più?
«Considerando anche le nostre prime uscite, nelle quali a farci male sono state soprattutto le guardie, i giocatori che temo di più sono Centanni, che risulta da anni tra i migliori marcatori della categoria, e Ferri, che in zona conosciamo bene (ha giocato a Imola e Forlì, ndr). Sotto canestro hanno giocatori d’esperienza come Quaglia e Rinaldi, ma in queste giornate abbiamo dimostrato di riuscire ad opporre una maggiore copertura difensiva vicino al ferro».
Che tipo di squadra è Ancona, come sviluppa il suo gioco e come si può provare a batterla? 
«Fanno un basket ragionato e compassato, anche poco tattico. Per vincere, quindi, dovremo cercare di tenere alti i ritmi».
A che punto del processo è finora la Rekico e quanto può crescere ancora? 
«Sulla difesa sulla palla siamo ancora alla ricerca della nostra identità e della migliore organizzazione. Mostriamo a tratti poca combattività, e lo comprova anche il basso numero di falli commessi. Offensivamente siamo a volte ondivaghi, ma stiamo facendo notevoli passi avanti. Dobbiamo però riuscire a compiere lo step successivo di non deragliare quando si alza la pressione difensiva rivale».