Basket B, il cavallo di ritorno Aromando: «Il calore e la passione di Faenza non hanno eguali»
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Valerio Roila
Ci si prova sempre ad essere originali, a non citare frasi di cui in molti hanno abusato. Ma a volte è inevitabile riesumare i «vendittiani» amori che non finiscono, che fanno dei giri immensi prima di tornare. Il percorso di Simone Aromando è lì a dimostrarlo. Cresciuto nei vivai di Desio e Olimpia Milano, fa le prime esperienze in prima squadra a Meda, Serie D, per poi passare alla C Gold di Bernareggio. Lì arriva la chiamata dei Raggisolaris per la prima stagione in B, con numeri già discreti (6,4 punti, col 51% da due, 4,4 rimbalzi), ma la vera esplosione arriva a Teramo (oltre 15 punti per gara), sempre in B come le sue tappe successive: Vigevano, Vicenza e di nuovo Bernareggio. Dove, nella scorsa stagione, contribuisce ad estromettere proprio Faenza dai playoff. Quest’estate prova il grande passo, accettando la proposta di Chieti (A2), ma non tutto va come deve andare.
Simone, ripartiamo dalla stagione 2017/2018, cosa ricorda di quel primo campionato disputato in neroverde?
«Un’annata importante per la mia crescita personale, in un ambiente famigliare e stimolante, con il rammarico finale dell’eliminazione playoff al primo turno per mano di Montecatini. Eravamo forti, saremmo potuti andare molto più avanti».
Sembrava potesse arrivare anche un rinnovo, e invece?
«Cercavo una situazione dove avere maggior minutaggio e fiducia nei miei confronti, e optai per andare a Teramo. Scelta felice, perché fu un anno positivo, in cui sono molto progredito e maturato».
Hai ritrovato Faenza nei playoff della scorsa stagione, che emozioni ha provato?
«Sensazioni positive, è stato emozionante rivedere questa piazza. È stata una serie complicata e piena di colpi di scena».
Cosa non ha girato nel verso giusto a Chieti?
«Preferisco non entrare nel particolare. In estate avevo tante proposte dalla Serie B, tra cui quella dei Raggisolaris, che preferivo, poi è arrivata questa richiesta dalla A2 ed ho deciso di accettarla, con l’intento di progredire. Ma in questi due mesi non mi sono sentito migliorato e non ho avuto lo spazio che pensavo di meritare, quindi ho deciso di non perdere un anno in panchina».
Ed ha accettato la nuova chiamata di Faenza, che sembrava fosse nel destino, data la sua foto profilo sul sito della Lnp, rimasta quella dei tempi della sua prima esperienza in città.
«Conosco l’ambiente ed il calore del PalaCattani, che non ha molti eguali in Serie B, e le ambizioni della società, che in ogni stagione hanno provato ad alzare l’asticella, confermandosi ai vertici. Sono davvero felice di tornare e di poter dare una mano a questa squadra, già ottima».
Il suo contributo al «ri-esordio» è già stato positivo, ma non è bastato per schienare i Tigers. Domenica prossima, con qualche allenamento sulle gambe in più, proverà a fare la differenza nel match di Roseto, contro una squadra da prendere con le molle.