Basket B, i Raggisolaris scendono per la prima volta a Senigallia contro gli specialisti della serie B e anche dei playoff

Valerio Roila
Lo scrittore austriaco Arthur Schnitzler sosteneva che i tre criteri dell’opera d’arte fossero la coerenza, l’intensità, e la continuità. Noi per questa storia ci aggiungeremmo anche la perseveranza, che, come diceva Victor Hugo, rispetto al coraggio, è ciò che è la ruota rispetto alla leva: il perpetuo rinnovarsi del punto di appoggio. Forse tutte queste qualità, appropriate per la storia del basket di Senigallia, derivano direttamente dai Galli Senoni, che fondarono la città (come si desume dalla denominazione) nel IV° secolo avanti Cristo, facendone la loro «capitale», punto di partenza per le scorribande contro i Romani. L’intensità della sua storia fu tale da essere citata dal Dante e dal Carducci («forse ci ripensa la sua Sinigaglia / Sì bella a specchio dell’adriaco mare») per le sue passate glorie. E le virtù dei suoi antenati sembrano essersi riverberate, con coerenza, nei cittadini che hanno, ai giorni nostri, fondato e portato avanti la locale società cestistica. Approdata nel 2002 in Serie B e da allora sempre ivi rimasta, eccetto un anno di A Dilettanti, che era pur sempre il terzo campionato nazionale. Una longevità in categoria che possono vantare solo altre tre società in Italia (Robur Varese, Empoli e Cecina). Ma la costanza si specchia anche nei risultati: nelle ultime sette stagioni concluse (quindi a parte ovviamente quella troncata dal Covid), la Pallacanestro Senigallia è sempre approdata ai playoff, fermandosi con altrettanta pervicacia, sempre ai quarti di finale. E la posizione attuale di classifica sembra voler confermare questa tendenza. Anche in fatto di «bandiere», Senigallia ha saputo dimostrare continuità, con un totem come Mirco Pierantoni, che ha salutato la società solo quest’estate, dopo 20 anni di militanza nel sodalizio marchigiano. Domenica, dopo aver perso il derby di Imola e disputato l’infrasettimanale a giornale già in stampa con Giulianova, i Raggisolaris giocheranno per la prima volta nel palasport di Senigallia. In realtà avrebbero già dovuto bagnare quest’esordio nel già ricordato campionato fermato dalla pandemia, e invece di quella stagione si giocò solo il match di andata, a Faenza, con vittoria dei neroverdi al fotofinish (75-73). Di quella partita, nel roster dei manfredi, non resta traccia di un solo elemento, mentre nel team rivale si contano tre reduci: il play Giacomini, la guardia Terenzi e l’ala Cicconi Massi. Ancora coerenza, perseveranza, continuità, insomma. Perché con la linea continua, in genere, non si può sorpassare. Gli uomini di Serra dovranno però cercare di farlo, per recuperare terreno in classifica. Arginando gli uomini migliori a disposizione di coach Andrea Gabrielli, ovvero il centro Lorenzo Varaschin, secondo per valutazione nel girone dietro l’immarcescibile Valerio Amoroso, il già citato Marco Giacomini (miglior assistman del campionato a quota 5,2), l’altro lungo Bedin, già visto a Lugo, in top five per percentuale tiri da due e rimbalzi offensivi, la guardia Filippo Giannini (13 punti medi) e l’esperta ala riminese Luca Bedetti, noto per la militanza in RBR, Angels e Ravenna.