Basket B, i Raggisolaris Faenza, Pierich e il peso dei derby: «Emozionanti, come quello con Imola»
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Valerio Roila
Chissà cosa avrebbero pensato quei ragazzi del XVIII secolo delle parrocchie di Saint Peter e di All Saints, nella cittadina inglese di Derby, se avessero saputo che le loro sfide del Martedì Grasso avrebbero reso famoso il loro luogo di nascita per secoli. Forse ci avrebbero riso su, tornando al loro obiettivo, quello di sconfiggere i rivali del vicino quartiere, per poterli dileggiare per un anno intero. Più o meno quello che accade ai giorni nostri, quando la parola «derby» ha assunto un significato più ampio. C’è derby e derby, insomma, e chi, alla vigilia di un delicato Raggisolaris-Imola, può raccontarlo meglio di Simone Pierich, che tanti ne ha vissuti? Anche se, per la prima stagione in carriera, non ne potrà determinare più l’esito dal parquet, ma da bordo campo, nel suo nuovo ruolo di team manager: «Ne ho giocati parecchi, sono sempre appaganti per un giocatore. I più accesi? Quelli di Forlì, con Imola e Cento, con i supporter molto attaccati alla squadra ed assatanati in quelle occasioni, mi hanno lasciato belle sensazioni. Anche quando ero a Ferentino, il derby con Veroli è un evento importante. Poi ho giocato quello tra Casale e Biella da entrambe le parti e qualche parola qua e là me la sono presa» Che aria si respira alla vigilia? «Dipende dal momento delle squadre e dagli obiettivi. Ad esempio, a Casale puntavamo a vincere il campionato, e la pressione non era tanto su Biella, ma sul percorso per la promozione, e diventava una partita come un’altra. In altri casi magari il derby può diventare più pesante ai fini della valutazione di una stagione». I Raggisolaris sembrano essersi rimessi in carreggiata. Quali problemi ha individuato nell’avvio di stagione deludente? «Vincere la Supercoppa ci ha forse influenzato la preparazione al campionato. Ci siamo trascinati fatica ed aspettative, e tra infortuni, calendario, e partite perse di poco, si è creato un vortice negativo. I più giovani della rosa non avevano l’esperienza per venirne fuori ed hanno perso fiducia. Ma tutti hanno dato il 100%. Magari bastava vincere in casa con Cesena e Teramo per fare un campionato diverso. Dobbiamo imparare dagli errori e fare il meglio possibile nelle partite che restano».