Basket B, Filippini e l’amore per i Raggisolaris Faenza: «Un pezzo del mio cuore è lì»

Valerio Roila
«Per me c’è solo il viaggio su strade che hanno un cuore, qualsiasi strada abbia un cuore. Là io viaggio, e l’unica sfida che valga è attraversarla in tutta la sua lunghezza. Là io viaggio guardando, guardando, senza fiato». Sono le parole che Carlos Castaneda mette in bocca al suo Don Juan. Il nostro Don Juan invece è Giacomo Filippini, centro romagnolo classe 1991, cresciuto tra Lugo e Massa Lombarda, ex di turno nella Jesi che ospiterà domenica i Blacks Faenza. Filippini, di vie che hanno un cuore, ha cominciato a seguirle sin dalle prime esperienze, quando approdò alla Fortitudo Bologna, allora in A2, segnandovi i primi canestri importanti. Una società con una delle tifoserie più di «cuore» del panorama nazionale, ben riassunto dal canto della Fossa «per amore, solo per amore». Dopo il richiamo della terra, con gli anni vissuti a Imola e Lugo, l’esperienza a Padova e poi quella con un’altra squadra ben identificata con il suo territorio, la sua gente, il suo pubblico, come Vigevano. Quando si riavvicina a casa, lo fa per giocare con i Raggisolaris, nel 2020/2021, la stagione post-Covid iniziata con i «gironcini» e terminata alla bella nel primo turno playoff contro la Bernareggio di Aromando. Poi altra scelta di cuore, quella di Fiorenzuola, per tornare a giocare per uno dei suoi mentori, Gigi Galetti, il coach che lo spinse ad esplorare i propri limiti, allontanandolo da canestro, per sfruttare la sua docile mano dalla distanza. «Avevo bisogno di un’esperienza di quel tipo - racconta lui - e sapevo che con Galetti avrei potuto divertirmi, militando in una squadra ambiziosa, e giocando da protagonista, mettendo assieme anche buoni numeri, che non guasta (chiuderà a oltre 15 punti e 10 rimbalzi medi, ndr). Sarei rimasto lì volentieri, ma cercavo un posto dove avere la possibilità di restare vicino alla mia fidanzata Monica, giocatrice di volley. Così, nonostante una buona offerta di Orzinuovi, alla fine ho accettato le lusinghe di Jesi, mentre la mia ragazza ha firmato per Corridonia, a 50 chilometri di distanza».
Questioni di cuore, ancora. Che aiutano a seguire la propria strada con minor fatica. «Beh, si tratta comunque di un buon ingaggio - corregge il tiro Jack - che mi soddisfa economicamente, non lo nego. E poi è un progetto molto valido, la società ha intenzione di fare un buon campionato, dopo aver rischiato la retrocessione l’anno scorso. Siamo una squadra con tanti giocatori che possono fare la partita e bilanciamento tra opzioni offensive dentro e fuori dal perimetro. C’è una discreta base di pubblico affezionato, non ci sono più i numeri di quando Jesi giocava in A o in A2, ma sono stato sorpreso di trovare un buon riscontro numerico e di calore. Speriamo di essere bravi a far crescere l’attaccamento alla squadra con i risultati». La bruciante sconfitta nel sentito derby con Fabriano non è il miglior viatico verso lo scontro con Faenza: «Una partita che avevamo ben approcciato, poi loro si sono accesi con le triple degli esterni e non siamo più riusciti a metterla in piedi. Ora siamo concentrati e in cerca del riscatto, ma sappiamo di affrontare un team organizzato, molto fisico, specie sotto canestro, che si giova dell’aver confermato quasi tutto l’organico della scorsa stagione. Io ho ottimi ricordi della società e della città di Faenza. Eravamo in un contesto particolare: volevo avvicinarmi a casa per necessità e sicurezza, visto che eravamo ancora in piena pandemia, e mi sono ritrovato in una delle migliori squadre della mia carriera, per quantità di talento. Un pezzo del mio cuore è anche lì».