Basket B, è Molinaro il nuovo acquisto dei Blacks Faenza: «Ho avuto paura, ora attendo i playoff»
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Valerio Roila
Il dolore fisico nuoce, ma fa capire quanto si tenga a qualcosa. E di buono ha che, una volta passato, se ne attenua anche il ricordo. Lorenzo Molinaro è stato lontano dalla pallacanestro giocata per quattro mesi. La sua odissea è iniziata già dall’estate scorsa e gli ha fatto temere, ad un certo punto del campionato, di fargli perdere il resto della stagione. Ora che ha riassaggiato il parquet, nel successo interno con Senigallia, può ripercorrere con sollievo la genesi del suo problema fisico. «Si è trattato di un infortunio subdolo - racconta - perché non causato da un episodio scatenante. Ho cominciato ad avvertire un fastidio alla zona del gluteo già dalla scorsa estate, i primi test hanno rivelato un problema al nervo sciatico, curato con i classici antiinfiammatori. L’ho gestito fino a novembre, ma quando sono aumentati i carichi il problema è diventato sempre più impedente, facevo fatica a muovermi anche fuori dal campo di gioco. La risonanza magnetica di fine dicembre ha evidenziato un’ernia e mi sono fermato».
Quando ha capito che sarebbe stato necessario un intervento chirurgico?
«Dapprima mi è stata consigliata una terapia conservativa. Ma ho voluto consultare un neurochirurgo triestino, che opera con una tecnica particolare: mi ha prospettato tempi di rientro brevi, ed infatti dopo un mese e mezzo dall’intervento, ritardato solo perché nel frattempo ero risultato positivo al Covid, ero già ad allenarmi, almeno individualmente».
Quali sono stati i suoi timori e quanto l’hanno tranquillizzata i risultati ottenuti dai suoi compagni di squadra?
«Ho avuto paura per la tipologia di dolore, che mi impediva di correre e saltare, temevo mi impedisse di poter affrontare il resto della stagione, e psicologicamente anche per il tipo di intervento che ho dovuto affrontare. I ragazzi sono stati super, non solo sul campo, ma per avermi trattato sempre come parte integrante della squadra, sia quando sono stato lontano da Faenza, che quando svolgevo allenamenti da solo. Mi hanno sempre coinvolto e fatto sentire il loro affetto, così il rientro di domenica è stato naturale».
Si può dire che lei rappresenti una sorta di acquisto suppletivo per i playoff?
«Sono tornato sul parquet con buona attitudine mentale, senza paura: spero di poter fornire quel qualcosa in più per raggiungere il massimo obiettivo. Il lavoro con fisioterapisti, ortopedici e preparatori è stato imponente, queste due partite mi aiuteranno a raggiungere un livello di forma adatto ai playoff, dove intensità ed aggressività si eleveranno e dovrò gestire i contatti. So di poter contare sull’apporto dei miei compagni, che hanno giocato alla grande anche in mia assenza»
Dopo l’ultimo impegno ad Ancona sarà playoff, dove affronterete ancora Ruvo (prime due sfide al PalaCattani domenica 14 alle ore 18 e martedì 16 alle ore 18.30). Il destino vi mette di nuovo di fronte: nella scorsa stagione ed in Coppa quest’anno avete vinto voi. Teme la loro voglia di rivincita?
«Avranno il dente avvelenato, anche se loro sono cambiati molto rispetto all’annata passata. Ma al di là dei trascorsi si tratta di una squadra temibile, con giocatori di categoria superiore e sarà una battaglia, come d’altronde accaduto nello scorso campionato»
Nel vostro tabellone ci sarà anche Rieti. È una montagna scalabile?
«Hanno un roster che con due americani farebbe una buona A2, ma noi ce la siamo sempre giocata fino alla fine con loro, e ciò mi rasserena. Se avremo la giusta consapevolezza e cureremo i dettagli nei possessi chiave, non saranno imbattibili».