Basket B, coach Garelli tra presente e futuro: «Raggisolaris Faenza, il nuovo roster non va stravolto ma ritoccato»

Valerio Roila
Nella vita scegliere da che parte stare può essere considerato un’opportunistica necessità, per la quale alcuni mostrano anche talento. Ma a volte la scelta diventa naturale inclinazione, spontanea simpatia, partigianeria al limite del prevedibile a favore del «piccolo» contro il «grande». Sarà forse per questo che gli spettatori neutrali della serie di semifinale playoff tra Faenza e Rimini non sono rimasti indifferenti alle traversie dei Raggisolaris, schierandosi dalla loro parte. Chiamati ad un confronto che già pareva impari per lignaggio, profondità ed obiettivi, i neroverdi si sono visti depauperare l’organico, nel corso della serie, di due giocatori del quintetto base: Sebastian Vico e Giovanni Poggi. Rimanendo così con sei uomini effettivi da utilizzare in un appuntamento di tale portata. Nonostante tutto, Faenza è riuscita a strappare in trasferta il punto del pari, per poi cedere nelle due partite interne solo dopo i supplementari (tre), rimanendo a lungo a condurre nel corso dei match, prima di cedere alla fatica ed alle prodezze dei due principali protagonisti riminesi, Tassinari e Masciadri. La stagione dei Raggisolaris si è conclusa comunque nel tripudio generale dei 2.000 accorsi al PalaCattani, che hanno fornito il giusto tributo ai manfredi, battutisi con resilienza, orgoglio e tanto, tanto cuore. Un’annata che ha portato il primo trofeo societario nazionale, la Supercoppa alzata in settembre, poi resa discontinua dalle asperità del girone e del calendario, fino all’esonero di Alberto Serra, quindi l’arrivo di Gigi Garelli (16 vittorie su 26 partite il suo ruolino complessivo), l’assestamento, le dieci vittorie consecutive (record per il sodalizio faentino) e l’approdo ai playoff, con passaggio del turno contro Ruvo, prima di uscire di scena con i «cugini» di riviera. «Dopo la splendida cavalcata per raggiungere i playoff e per approdare in semifinale - spiega coach Garelli - le energie residue erano limitate. Con i ko di Poggi e Vico siamo stati costretti a chiedere minutaggi estremi ai sei elementi rimasti, eppure abbiamo offerto una grande prestazione, dando tutto quello che avevamo in corpo. Non avendo troppe soluzioni, tatticamente ci siamo impegnati a fare bene poche cose, riuscendoci per larghi tratti. Ci siamo spremuti all’osso in difesa, ed alla fine dei due match interni non avevamo più gambe in attacco, non riuscivamo a far girare al meglio la palla, e siamo diventati prevedibili, così Rimini ha fatto valere la sua difesa molto fisica. Loro hanno gente che può risolvere un match da solo, noi no, e non siamo riusciti ad operare lo sprint vincente». Al di là della punta di rammarico, resta la soddisfazione per quanto fatto, e per essere usciti tra gli applausi del pubblico del Cattani: «La squadra ha cercato di andare oltre i propri limiti, non si è mai arresa, e ciò per un allenatore è molto gratificante, riempie il cuore. È il prodotto della mentalità che ci siamo costruiti e che poi è riconosciuta dai tifosi, nonostante la sconfitta. Loro sono usciti dal Cattani felici, così come noi ne siamo usciti soddisfatti. La stagione non può che essere valutata positivamente, ed ha un sapore ancor più piacevole, perché abbiamo ottenuto risultati partendo dalle difficoltà. Io sono arrivato a dicembre, c’è voluto tempo per assimilare il mio credo tattico, ed abbiamo avuto anche problemi fisici, però quando ci siamo allineati la squadra è stata encomiabile sotto tutti i punti di vista». Già confermato alla guida dei Raggisolaris 2022/2023, presto per Garelli comincerà il lavoro di costruzione del roster. Che partirà dal contratto in essere con Molinaro, ma non sarà l’unica conferma: «L’ideale sarebbe ritoccare la squadra senza stravolgerla e non dover ripartire da un gruppo nuovo, ma il tutto va verificato con le richieste e le volontà dei giocatori».