Basket B, c’è un ex molto ispirato sulla strada della Rekico: "A Faenza una grande famiglia, ma devo vincere"

Valerio Roila
Ancora tu. Ma non dovevamo vederci più? Un incontro inaspettato, quello che attende la Rekico sabato a Piacenza. Un vecchio amico, che ha difeso i colori di Faenza per due stagioni, e che aveva iniziato il campionato in serie A2, ad Orzinuovi, per poi accettare, appena dieci giorni fa, l’offerta del Bakery Piacenza, prossimo avversario dei Raggisolaris. Sorriso guascone e sguardo guizzante, Marco Perin ispira spontanea simpatia e naturale fiducia. E senza timori reverenziali ci ha provato, a giocarsi la sua chance al piano di sopra. Il prologo di settembre, in Supercoppa contro l’Urania Milano, era parso di buon auspicio, con 8 punti e 5 assist in 26’ di impiego. In campionato però, con l’arrivo di Tarin Smith nel team bresciano, la strada per il parquet è diventata più dissestata per il play grossetano, che ha deciso infine di tornare in B. A Faenza era arrivato nel 2016, reduce dal settore giovanile di Siena, nella Mens Sana pluriscudettata di McCalebb, Lavrinovic e coach Pianigiani, che lo fece anche esordire in serie A, e da quattro stagioni in B (di cui una anche a Rimini) in crescendo. «In Romagna ho trovato una grande famiglia - ricorda lui - ed ho stretto bei rapporti anche fuori dal parquet. Ne conservo un ottimo ricordo, anche perché abbiamo ottenuto risultati cestistici positivi. La prima stagione, quella con Iattoni e Casadei, è quella che rievoco con maggior piacere: siamo stati la rivelazione del girone ed abbiamo raggiunto i playoff, cosa non preventivata, come quinta classificata in regular season. Ai quarti di finale non avevamo niente da perdere, ed incontrammo una Firenze molto più lunga di noi: la costringemmo comunque alla bella».
L’anno successivo arrivarono Venucci e Chiappelli, l’asticella delle aspettative si impennò, ma il risultato finale fu identico: quinto posto, e fuori al primo turno playoff alla «bella», stavolta per mano di Montecatini: «Squadra tra l’altro allenata da coach Campanella, che conoscevo molto bene per essere stato tra i miei primi istruttori a Siena, e che ora ritrovo a Piacenza. Forse è rimasto un pizzico di delusione per quel campionato. Ed il rammarico per essere crollati nel finale di quella gara3. Per me affrontare Faenza è sempre una grande emozione, anche se il gruppo ormai è quasi tutto rinnovato. Sono comunque sempre in contatto con i dirigenti manfredi, so quanto lavorino bene. Ho legato con tante persone, in particolare con Matteo Piani. Poi quando si scende sul parquet, si sa, la voglia di vincere fa dimenticare tutto per 40 minuti».
A Piacenza, dov’è arrivato a coprire la voragine aperta dal grave infortunio occorso a Roberto Maggio, Perin ha aperto un nuovo capitolo della sua carriera, in una squadra dalla natura «difensivista», profonda e motivata, che occupa il terzo posto in classifica ed è ancora imbattuta in casa: «E’ una società solida ed ambiziosa. Avevo bisogno di ritrovare il mio spazio in un ambiente del genere. La presenza di coach Campanella naturalmente ha avuto il suo peso. Abbiamo un rapporto meraviglioso e quello che sono lo devo anche al suo contributo». Sarà compito durissimo per una Rekico che, con la sofferta e meritata vittoria su Senigallia, ha però riacquisito quella serenità necessaria per tentare il colpaccio giocandosela a viso aperto.