Basket B, Ballabio si presenta alla Rekico: "Che sorpresa la chiamata di Faenza"

Romagna | 08 Giugno 2020 Sport
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Valerio Roila
«Mi manda coach Recalcati». Ha esordito in serie A con la Cantù dell’ex allenatore della Nazionale argento olimpico, il nuovo acquisto di una Rekico Faenza che pare addentare il mercato sin dai suoi prodromi. Riccardo Ballabio, classe 1998, sul parquet ricopre i due ruoli da «piccolo», quelli che con il tempo e il martello dei media Usa abbiamo imparato a chiamare combo guard. Una fusione di ruoli affinata col tempo e col lavoro, dapprima adeguandosi alla sua natura di guardia rapida, ficcante in transizione ed utile a variare gli schemi grazie alla tecnica negli uno contro uno, poi maturando anche nella gestione del pallone, e nel punire col tiro sugli scarichi, guadagnandosi così i galloni in pectore per agire anche da play. La «cantera» canturina lo ha portato fino all’esordio in massima serie, poi via al giro d’Italia in serie B, con tappe a risalire lo Stivale: Campli, Recanati, Domodossola, ed il ritorno in Lombardia, con la maglia della Robur Varese. Ora la chiamata del neo-coach Serra a Faenza, a quanto pare ben gradita.
Ballabio, siamo agli inizi di giugno, non sappiamo ancora quando e come si tornerà a giocare, ma lei ha già accettato l’offerta di Faenza. Cosa l’ha convinta, per indurla ad un accordo così rapido?
«Una proposta così prematura ha sorpreso anche me, ma non ho avuto dubbi perché è arrivata per l’interessamento di un coach che già conoscevo e stimavo, Alberto Serra, che mi ha allenato in una Summer League a Cantù ed in “off season” a Forlì, e da una società di grande solidità ed in crescita. Avere la sicurezza di avere già un ottimo posto dove giocare mi ha convinto in pochi minuti». 
Conosce bene il campionato di serie B ed ha giocato in diversi gironi, quali differenze ha notato tra i vari raggruppamenti?
«Le situazioni sono state mutevoli, per esempio quando ho giocato a Recanati nel girone C c’erano le squadre pugliesi e non le emiliano-romagnole. Questa stagione il girone in cui era Faenza era durissimo, di certo il migliore dei quattro. Dal punto di vista tecnico le diversità dipendono molto dalle squadre presenti. Invece, parlando delle città, non c’è molta differenza, si tratta in genere di centri a misura d’uomo, che spesso hanno tanto seguito e calore». 
Perché da piccolo ha scelto la pallacanestro? È stato un amore a prima vista o ha praticato altri sport?
«Abbiamo una tradizione di passione per questo sport in famiglia: mio padre giocava, mia madre è sempre stata una grande tifosa, e mi portavano a veder giocare le mie cugine più grandi. Ho provato solo una volta a giocare a calcio e non mi è piaciuto, il basket è stato uno sbocco naturale».
E fuori dai palasport, come le piace passare il tempo libero e quali sono i suoi interessi?
«Sono iscritto alla facoltà di Scienze Motorie e mi piace passare del tempo con i miei amici di sempre, o leggendo e guardando serie tv».
A quali dei vecchi compagni di squadra è più legato?
«Quelli delle giovanili, con cui ho passato tutti gli anni dell’adolescenza, dai 12 anni, quando sono arrivato a Cantù, fino all’ultimo anno prima di cominciare a giocare in B. Amici veri come Fabio Bugatti, quest’anno ad Olginate, Jacopo Tomaselli (Rovello Porro, C Gold, ndr), o Michele Tremolada, visto anche a Forlì e in questa stagione diviso tra Montegranaro e Teramo».
Come ha vissuto questo periodo di inattività per l’emergenza Covid-19?
«Sono riuscito a tornare a casa dai miei nel weekend precedente al lockdown, con poche cose in valigia, pensando che finisse presto. E invece… Ho utilizzato il tempo per le cose che non riuscivo a fare in precedenza, come appunto vedere gli amici o mettermi in pari con lo studio. Inoltre, ho cercato di mantenermi in forma, per fortuna ho un giardino abbastanza ampio». 
Come si aspetta di ritrovarsi dal punto di vista agonistico al momento della ripresa dei giochi?
«Ho appena ricominciato ad andare in palestra e a fare preparazione atletica, fisicamente sto bene. Spero di riuscire a tornare al 100 per cento per quando ci vedremo a Faenza, anche se oggi è impossibile capire quando ciò accadrà».
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