Basket B, Baccarini ha già trovato le differenze: «I Raggisolaris hanno più esperienza e carisma»
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Valerio Roila
Pronti, via! La versione 2021/2022 dei Raggisolaris è pronta all’uso. Una squadra molto rinnovata, che presenta solo due conferme rispetto alla buona stagione passata. Abbiamo chiesto al general manager neroverde Andrea Baccarini le motivazioni ed i percorsi che hanno portato a questa conformazione del roster.
Che tipo di mercato vi siete trovati ad affrontare dopo una stagione così anomala? È stato più difficile o paradossalmente più agevole raggiungere i vostri obiettivi?
«Siamo partiti tardi, per smaltire un filo di stanchezza, ma una volta definito il budget, individuati i giocatori giusti che pensavamo ottimali per la nostra squadra, ed effettuata una scrematura tra quelli che si erano proposti, è filato tutto con rapidità».
Il tipo di squadra che avete costruito si differenzia da quella dell’anno scorso, dove avevate talento diffuso su tanti giocatori di livello più simile, Ora invece sembrano più marcatamente delineati titolari e leader, con una panchina sulla carta meno ampia.
«È una scelta voluta, perché l’anno scorso abbiamo sofferto la mancanza di leadership nei momenti difficili. Volevamo aggiungere esperienza e carisma».
La prima sensazione è che abbiate confermato meno giocatori di quelli che avreste voluto.
«Conosco per esperienza le dinamiche del mercato: è un fosso con due sponde e la volontà della società non basta. I giocatori ascoltano sirene di diverso tipo: ambire ad una categoria superiore o ad un maggior minutaggio, ad una società più ambiziosa o a monetizzare dal punto di vista economico. Io posso non comprendere alcune scelte, ma le rispetto tutte e auguro il meglio a chi è andato via. Noi siamo felici di chi è rimasto e di chi è arrivato, e contiamo di non far rimpiangere la squadra della scorsa stagione, che pure ha entusiasmato».
Il fiore all’occhiello della vostra campagna acquisti è quello di Vico. Com’è nato questo colpo?
«Un giocatore che volevamo già l’anno scorso e che non ha bisogno di presentazioni. Ha disputato un’altra stagione sontuosa e siamo andati dritti su di lui. Per lui la carta di identità non ha valenza, ha sempre un entusiasmo contagioso e riesce ad innalzare il livello di tutti i compagni».
Data la conformazione del girone, è più contento per aver schivato le squadre siciliane, o avrebbe preferito quelle alle due reatine, che elevano gli ostacoli tecnici?
«Le linee di trasporto sono migliorate, ma è sempre meglio riuscire a evitare lunghi trasferimenti. Certo, avremmo preferito non vedere ancora la nostra regione spezzata, ed affrontare Bologna e Fiorenzuola, ma almeno quest’anno la geografia è stata rispettata, senza più le macchie di leopardo delle scorse stagioni, e non ci lamentiamo».
Il primo appuntamento agonistico è quello della Supercoppa. È contento che sia stata riproposta questa manifestazione, o avrebbe preferito far partire prima il campionato?
«Diciamo che ci sta, in questo periodo dell’anno: regala un senso maggiore alle partite, in termini di intensità agonistica, rispetto alle amichevoli. Certo, l’eliminazione diretta rende più difficile la programmazione, ma è vero anche che la formula dell’anno scorso era allungata per attendere tempi migliori. In questa stagione è stato giusto abbreviarla».
La soddisfa la percentuale di pubblico concessa?
«Dal punto di vista individuale il 35% ci consente di avere respiro e fare campagna abbonamenti. Allargando il raggio, mi accodo alle speranze di tutti e spero che si possa arrivare quanto meno ad un fattibile 50%».