Basket A2, Treier dribbla la buonasorte: "OraSì fortunata? Siamo primi grazie al nostro grande carattere"
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Stefano Pece
L’OraSì vince ancora e lo fa alla sua maniera, soffrendo per tutta la partita ma risolvendo la gara con il cuore e il carattere e una magia allo scadere di Charles Thomas che vale il 75-74 finale sul campo di Mantova. La squadra di Cancellieri si assicura così un posto nelle Final Eight di Coppa Italia poiché, a una sola gara dal termine del girone di andata, è ancora in testa da sola. I giallorossi chiuderanno la prima metà della stagione regolare ospitando Montegranaro al Pala de André domenica 15 dicembre alle ore 18. Ex della sfida sarà Kaspar Treier, che a Mantova ha offerto una delle sue migliori prestazioni della stagione e sta mostrando una crescita costante domenica dopo domenica: «Dietro a questa crescita c’è un duro lavoro in palestra con Cancellieri - commenta il ragazzo estone -. Mi sta facendo crescere anche mentalmente e ha mostrato di avere grandi aspettative su di me. Si arrabbia molto e non le manda certo a dire quando sbaglio, ma questo mi sprona a fare meglio».
E i risultati lo dimostrano perché, grazie ai 40 punti realizzati nelle ultime tre gare, Treier è stato eletto miglior under 21 del mese di novembre: «Non do troppo peso a questi riconoscimenti - si schermisce il giocatore -. Certamente fanno piacere, ma siamo ancora a dicembre e sarò più contento se avverranno alla fine della stagione perché vorrà dire che avremo fatto un buon lavoro».
Andando indietro nel tempo, però, per Treier non è stato tutto rose e fiori. In estate sembrava destinato alla serie A con Avellino, ma a causa del fallimento di quest’ultima si è ritrovato dall’oggi al domani senza una squadra. Poi l’interesse di Ravenna e l’approdo in Romagna, ma sempre in serie A2: «Io l’ho vissuta come una nuova opportunità, non certo come un ripiego - spiega Kaspar -. Ravenna è il posto ideale in cui lavorare e crescere e Cancellieri è un allenatore che sta veramente dietro a noi ragazzi. Ce ne sono pochi come lui e per me è una fortuna che mi sarà utile in futuro».
Arrivando a Ravenna Treier ha trovato il connazionale Jurkatamm, con il quale ha un ottimo rapporto. I due sono stati indicati dallo stesso Cancellieri tra i migliori della gara di Mantova: «Prima di venire a Ravenna avevo chiesto qualcosa a Mikk - racconta - ma dall’anno prima era cambiato tutto e non è che potesse dirmi più di tanto. Inoltre era già luglio e, quando si è presentata questa opportunità, non ho considerato altre proposte e ho subito accettato. Sono contento di essere qui e sono contento per Mikk che domenica ha giocato veramente bene, soprattutto in difesa. Mi fa piacere che il coach l’abbia notato». Il gruppo è sempre stato il punto di forza dell’OraSì e anche quest’anno la società sembra avere fatto centro. Nonostante la notevole differenza di età tra veterani e under si è creata una buona chimica di squadra: «All’inizio questa cosa mi preoccupava perché pensavo si potessero creare dei gruppi all’interno della squadra - commenta l’estone - invece i ragazzi hanno subito dissipato i miei dubbi. Abbiamo legato molto e organizziamo spesso delle uscite insieme».
È un ragazzo allegro Kaspar Treier, che diverge parecchio dal preconcetto di nordico dal carattere freddo. Scherza quasi su tutto, anche sul proprio tempo libero: «Non ne ho molto - racconta -, ma quel poco che ho lo divido fra le uscite coi ragazzi, sempre tranquille senza strafare, mentre il resto lo impiego a pulire casa». Sulla prossima partita, invece, che rappresenta una bella fetta del suo passato, Treier si mostra più freddo: «Non sono particolarmente emozionato - spiega - ho più motivazione che emozione perché c’è in ballo il primo posto e adesso mi interessa soltanto questo».
A proposito di primato: quanta parte di fortuna c’è in questa classifica dell’OraSì? Treier risponde sicuro: «Poca. Magari sembra che in certe partite abbiamo avuto fortuna, ma se siamo arrivati a quel punto è solo grazie al nostro carattere. Io credo che quello che abbiamo raccolto finora sia tutto meritato». Mentre sul problema degli inizi a rilento, le idee si fanno meno chiare: «Nei primi minuti di partita non riusciamo a rendere al massimo e ci troviamo sempre in debito - conclude il numero 13 dei giallorossi - ed è un problema che non abbiamo ancora risolto. Non ne abbiamo ancora capito il motivo, ma forse dovremmo pensarci meno e giocare più sciolti».