Basket A2, OraSì Ravenna-Givova è la partita di Sergio: «Decisivi i dettagli e il... De Andrè»

Riccardo Sabadini
Ci sono giocatori che gli allenatori sceglierebbero come loro pretoriani sempre, in qualsiasi società, per la loro capacità di essere utili alla causa, mettendo a disposizione doti tecniche, fisiche, umane. Uno di questi è Luigi Sergio, guardia-ala classe 1988, che ha indossato la canotta dell’OraSì Ravenna nella magica stagione 2019-2020 e l’anno successivo era in forza alla Givova Scafati, la squadra che gli uomini di coach Lotesoriere ospiteranno domenica nel penultimo turno di regular season. Gigi, la cui stagione è stata terminata bruscamente dalla rottura del tendine d’Achille, indossava i galloni di capitano dell’Acqua San Bernardo Cantù, una delle più autorevoli candidate alla promozione.
Sergio, come sta?
«Mi sto riprendendo, son passati 50 giorni dall’intervento e sto ripartendo con la riabilitazione, ho ricominciato a camminare senza tutori o stampelle. Procede tutto molto bene, sicuramente è un infortunio che prevede dei tempi di recupero lunghissimi per cui c’è bisogno di tanta pazienza».
Nonostante tutto, la sua Cantù sta continuando a correre.
«Cantù sta facendo un gran percorso, c’è stato un momento difficile quando abbiamo dovuto rinunciare a Johnson e poco dopo c’è stato il mio infortunio, perché abbiamo dovuto trovare nuovi equilibri. Alla fine la squadra ha assorbito bene questo passaggio, una volta arrivato Bryant, abbiamo fatto una grande Coppa Italia».
Domenica, ci sarà lo scontro al vertice tra Ravenna e Scafati, le sue ultime due squadre.
«Ravenna sta facendo un percorso straordinario, ha sorpreso tutti perché i cambiamenti negli ultimi due anni sono stati tanti, prima nel roster poi alla guida. Affrontare cambiamenti è complesso e invece è venuta fuori una squadra molto competitiva, che sta ottenendo grandi risultati. Scafati invece è partita come sempre con aspettative elevate e questo genera un po’ di pressione ma l’ambiente è super e il roster della Givova all’altezza».
Che ricordi conserva di queste due esperienze?
«Due esperienze molto positive, entrambe con risultati importanti. A Ravenna eravamo primissimi in classifica prima dell’interruzione a causa del Covid, a Scafati lo scorso anno siamo usciti a gara5 di semifinale dopo aver vinto la Supercoppa».
Che match si aspetta?
«Una gara di grande profilo, giocata ad altissima intensità, da due squadre che praticano una pallacanestro molto intensa e organizzata. Decideranno i dettagli, forse la giocata di un singolo che emergerà da una parte o dall’altra».
Quale sarà la chiave del match? Chi saranno i protagonisti da una parte e dall’altra?
«La chiave del match sarà chi riuscirà a imporre la propria fisicità, nel lavoro a rimbalzo e sulle palle vaganti. Protagonisti? Ravenna può contare sull’imprevedibilità di Cinciarini che riesce ad entrare e spaccare le partite, tra l’altro ho ancora negli occhi l’incredibile partita dell’anno scorso a Scafati dove ce ne ha fatti 40, una roba impressionante. Scafati proverà a far valere la sua fisicità sotto canestro e può contare sul perimetro sul talento di Monaldi e Rossato».
Chi vince domenica?
«Sarà una gara equilibrata, spero che vinca il migliore. Potrebbe essere determinante il fattore campo con il De Andrè finalmente al 100% di capienza e che sa essere davvero molto caldo nei momenti importanti, come da me sperimentato in quella sfortunata stagione».