Basket A2, lo "chef" Ly-Lee e la ricetta per ripartire: "Rekico, con Cecina saremo tutti pronti"
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Valerio Roila
Garantisce il «Bullo». Che in una cittadina come Cecina, che ha la metà degli abitanti di Faenza, batta forte un cuore a forma di palla da basket, lo dimostra l’aver dato i natali e visto crescere cestisticamente una medaglia d’argento olimpica. Massimo Bulleri, in arte il «Bullo», playmaker da 128 presenze ed oltre mille punti in Nazionale, due scudetti (e due titoli di Mvp) in maglia Benetton Treviso e tra i protagonisti della scalata olimpica ad Atene 2004, ed attuale coach di Varese in A1, è cecinese doc. E nella stessa località livornese è stato avviato alla pallacanestro, così come altri concittadini quali il pariruolo Lorenzo Caroti (ora in A2 a Verona) o il lungo Giovanni Fattori (Cividale, serie B). Non bastassero gli esempi individuali, c’è la società cestistica cittadina, che da quando ha conquistato la serie B, nel 1998, non l’ha più abbandonata, seppure nelle varie denominazioni, superata in questa graduatoria di «fedeltà» solo da Robur Varese ed Empoli. Arrivata fino alla finale playoff nel 2015 (persa con Siena), non ha più raggiunto tali picchi, anzi nel 2019 retrocesse, venendo salvata da un ripescaggio. Cecina sarà la prima avversaria della seconda fase della Rekico, domenica al PalaCattani. Faenza ci arriva dopo una prima fase a due facce: trionfale prima, nefasta poi a causa degli effetti del Covid: «Nel complesso penso sia stata positiva - così commenta la prima parte di campionato dei neroverdi il centro Cedric Ly-Lee, chiamato agli straordinari in un periodo in cui era rimasto l’unico lungo a disposizione di coach Serra - perché abbiamo dato tutto, non lesinando mai l’impegno, attenendoci ai dettami del coach: tutti hanno dato qualcosa quando chiamati sul parquet. Purtroppo, il focolaio ci ha stoppati, e la ripresa è stata difficile. Nessuno era più in forma e abbiamo accumulato stanchezza giocando cinque match in due settimane. Contiamo su questa settimana di lavoro senza partite per tornare a giocare come sappiamo». Con Cesena si sono notati passi in avanti, ora si riparte in salita: affronterete uno scontro diretto per i playoff con Cecina, poi di nuovo due match ravvicinati da vincere per non essere risucchiati nella zona playout. C’è timore per la vostra situazione fisica? Cosa manca per tornare a vincere? «Manca solo la forma, che si riprende allenandoci assieme. Non è possibile riuscirci quando ci si allena in pochi. Ma adesso siamo tutti a disposizione, quindi non ho timori, perché so che ci faremo trovare pronti». Avere a disposizione maggior minutaggio è stata un’occasione di crescita importante, quali difficoltà ha trovato a dover lottare da unico centro contro tanti giocatori esperti incontrati in queste due settimane? «È stato un grosso stimolo, mi sono sentito responsabilizzato, e ho cercato di dare tutto. La principale difficoltà è stata la condizione fisica, perché sono uscito dalla quarantena due giorni prima di tornare a giocare. Ma mi sono sentito in crescita di forma ad ogni partita». Per la prima volta, da quando è in Italia, ha lasciato Roma. Come si trova a Faenza? «Tutto perfetto, sono stato accolto nel modo migliore in una società ben organizzata. Adoro anche il cibo, ho imparato anche a cucinare, e vado matto per il ragù».