Basket A2, la prima volta di Masciadri al De Andrè da ex: "OraSì, il mio cuore batterà forte: Ravenna è diventata la mia città"

Romagna | 17 Gennaio 2020 Sport
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Stefano Pece
L’OraSì riceve l’Andrea Costa Imola nel derby del 19° turno di campionato. Una partita che negli anni è cresciuta di interesse nella passione dei tifosi e che per Ravenna rappresenta motivo di rivincita per la gara di andata persa all’overtime dopo avere dominato per larghi tratti. Stefano Masciadri è il grande ex della sfida. Al suo primo anno a Imola dopo quattro stagioni vissute a Ravenna, l’ultima delle quali anche da capitano, Masciadri porta con sé tante sensazioni tornando per la prima volta in città da avversario.
Masciadri, che ricordo ha dei suoi quattro anni a Ravenna?
«Non può che essere un ricordo bellissimo se ho deciso di prendere casa a Ravenna e farne la base per la mia vita. È una città che mi è entrata nel cuore e che considero la mia città. Quando sono arrivato sono stato accolto come in una famiglia e non a caso mi sono fermato quattro anni. Fermarsi così tanto nello stesso posto per il mondo del basket è insolito. Ho vissuto la città in tutti i suoi risvolti e ho anche tanti bei ricordi».
Si ricorda il primo anno?
«Il primo anno siamo partiti con tanto entusiasmo perché era un periodo di cambiamenti: era la prima volta che si giocava nel palazzetto più grande e sia l’amministrazione che tutta la città hanno dato una mano per permettere che questa cosa accadesse. Se oggi Ravenna si trova a questo punto, lo deve anche alla sua gente e agli sponsor che hanno tenuto viva questa fiamma».
Quindi fa il pendolare tra Ravenna e Imola?
«Adesso di base sto a Imola, ma ho un appartamento a Ravenna dove torno ogni volta che posso perché qui ho gli amici e la mia fidanzata. Inoltre quando passeggio per la città, le persone che incontro mi salutano con affetto, segno che forse ho lasciato qualcosa di buono anche al di fuori del rettangolo di gioco».
I ricordi più belli?
«Sicuramente la semifinale playoff raggiunta in un’annata in cui l’obiettivo era soltanto quello di conservare la categoria. Un ricordo bellissimo a maggior ragione perché in quel campionato c’erano le due bolognesi, Treviso, Trieste e le altre piazze storiche. Abbiamo detto la nostra e ci siamo divertiti. Poi ci sono i derby vinti con le bolognesi, con Forlì e la finale di coppa Italia. A livello personale ricordo chiaramente la partita con Treviso dove ho fatto 6/6 da tre».
I più brutti?
«L’anno scorso è stata una stagione di sofferenza. Io e la squadra non siamo riusciti a far capire alla gente che l’impegno da parte nostra non è mai mancato e abbiamo ricevuto molte critiche che ci hanno fatto male».
Il suo divorzio da Ravenna è stato doloroso?
«Sul momento sì e ho avuto anche uno sfogo per le modalità con cui era avvenuto. Ma è finita lì, adesso ci ho messo una pietra sopra e ripensandoci mi rendo conto che si tratta di lavoro e che le cose vanno così. Non ho nessun rancore nei confronti della società e sono contento di come stanno andando le cose a Ravenna. Sono contento che la società abbia saputo rilanciare una squadra che purtroppo l’anno scorso non era piaciuta».
La sua Imola come sta andando?
«Adesso bene. Siamo partiti con uno 0-4 che ha fatto spaventare tutti. Abbiamo rimesso tutto in discussione ma eravamo comunque convinti del progetto. Siamo stati bravi a risollevarci con 3 vittorie in fila e adesso stiamo dimostrando il nostro valore. Ci sono partite no come quelle di Piacenza, Udine e Forlì, ma siamo ancora in zona playoff, ben al di sopra dell’obiettivo stagionale che era la salvezza».
Come si trova a Imola?
«La città è bella e si sta molto bene e la società mi ha messo a disposizione un appoggio a Dozza. Sono fortunato anche perché non è lontano da casa e mi trovo in una situazione ideale per lavorare».
Il girone Est sembra una questione emiliano romagnola: 5 delle prime 8 sono squadre della Regione.
«L’Emilia Romagna ha sempre vissuto di basket ed è un bene che questo territorio stia esprimendo il massimo. C’è bisogno di visibilità per invogliare gli sponsor a investire in questo sport e tenere vivo il movimento. Sono contento quindi di come stanno andando le cose al di là delle rivalità».
Si aspettava che l’OraSì potesse andare così bene?
«Adesso non è più una sorpresa. Sta lavorando bene dall’inizio e sta confermando le sue ambizioni. Prendere un allenatore del calibro di Cancellieri e un vice come Bulleri significa pensare in grande. Inoltre hanno preso Treier e confermato Jurkatamm che sono due dei giovani più interessanti, vuol dire che la società ha anche visto giusto. E sono anche contento che Seck stia trovando spazio. Fadi se lo merita. È cresciuto ogni anno e in questa stagione sta confermando questi passi avanti. Ravenna è la squadra che sta mostrando più compattezza e perseveranza. Credevo fosse da prime quattro, ma sta andando veramente al massimo».
Sarà emozionante rimettere piede al Pala de André?
«Di solito quando entro in campo cerco di chiudermi nel mio mondo per trovare la concentrazione. Domenica non so se ci riuscirò perché quelli vissuti a Ravenna sono stati quattro anni meravigliosi e intensi. Sarà come riaprire le porte di casa. Finalmente vedrò lo spogliatoio degli ospiti che non ho mai visto. Spero di non farmi condizionare dall’emozione».
Che accoglienza si aspetta?
«Spero di ricevere più applausi che fischi. Scherzi a parte, credo che riceverò una bella accoglienza perché non penso di avere mai fatto sgarbi a qualcuno. Posso piacere o meno come giocatore ma come persona ho sempre cercato di essere corretto. Io torno col sorriso e col cuore che mi batterà forte».
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