Basket A2, l'OraSì ha scoperto Savignani: "Niente saudade, Ravenna è una sfida"

Romagna | 11 Dicembre 2020 Sport
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Stefano Pece
Bruno Savignani ha esordito sulla panchina dell’OraSì sostituendo l’acciaccato Cancellieri nella vincente trasferta di Veroli in casa della Stella Azzurra e ha ripetuto l’esperienza mercoledì sera nel recupero con Rieti, disputato a giornale già in stampa. Brasiliano di 38 anni, è alla sua prima esperienza da allenatore fuori dal suo Brasile del quale è stato anche assistente allenatore in nazionale. Già padrone di un buon italiano, Savignani racconta come sta andando la sua esperienza: «Ho detto sì a Ravenna perché per me lavorare in un altro continente rappresentava una sfida da accettare - spiega il tecnico carioca -. L’altra motivazione è stata l’opportunità di lavorare con Cancellieri, un allenatore che già conoscevo e apprezzavo». Malgrado il suo arrivo sia stato ritardato dalle problematiche legate alla situazione Covid, sono già due mesi che Savignani lavora con Canc e tra i due si è instaurato un bel legame: «C’è un ottimo rapporto con l’intero staff - racconta il tecnico -. Si lavora molto, ma si lavora bene sotto la tutela di Canc, quindi non posso che spendere parole di elogio per tutto l’ambiente».
Due mondi diversi il Sudamerica e l’Europa, ma Savignani non si è fatto trovare impreparato: «Anche quando facevo l’allenatore in Brasile - dice - seguivo sempre il basket europeo. Conosco bene anche quello italiano (ha un passato da giocatore nel nostro Paese, ndr) e posso dire che ci sono squadre molto solide e che tutti cercano di giocare all’interno di un sistema. È molto organizzato».
Domenica scorsa il debutto impreziosito da una rotonda vittoria con una buona gestione delle forze in campo. L’OraSì si ritrovava con una rotazione limitata a sette uomini ma è riuscita comunque a dominare l’atletismo della giovanissima Stella Azzurra: «Non ero emozionato - racconta Savignani -. Faccio parte di questo mondo da molto tempo, prima come giocatore poi come assistente allenatore e head coach. È vero che si trattava di un esordio ma non mi lascio emozionare da queste cose. Inoltre con Canc e Taccetti avevamo preparato una strategia quindi eravamo pronti».
Chiamato a prendere il posto di un personaggio del calibro di Bulleri, Savignani è entrato in punta di piedi nel gruppo giallorosso ma il feeling sembra essere quello giusto: «Mi hanno accolto benissimo fin dal primo giorno. Sia i più esperti che i più giovani. Il rapporto è molto buono e questo è importante in un ambiente di lavoro».
Merito anche della lingua. Savignani ha il doppio passaporto brasiliano e italiano e, come detto, aveva già vissuto un’esperienza nel nostro Paese da giocatore. Parlando portoghese, imparare l’italiano non è stato difficile per lui: «Parlavo meglio quando giocavo qui - spiega -, però con il tempo sto rinfrescando la lingua e non ho nessun problema a capire quello che mi dicono. A parlare invece faccio qualche sforzo in più, ma se sono in difficoltà posso rifugiarmi nell’inglese perché tutti i giocatori lo capiscono».
Quando si parla di sportivi brasiliani trapiantati in Europa si pensa sempre alla saudade, la nostalgia che provano per il proprio Paese. Savignani ammette che questo sentimento esiste, ma da professionista vuole vivere al meglio questa esperienza: «In Brasile sta per cominciare l’estate, qui l’inverno, sicuramente è una situazione molto diversa. Certo, mi mancano la famiglia e gli amici, ma qui sono stato accolto benissimo, quindi per ora niente saudade».
Tuttavia il tecnico verdeoro non ha ancora avuto modo di conoscere bene la città a causa dei noti problemi legati al Covid: «Quando sono arrivato ho fatto due settimane di quarantena obbligatoria e altre due recentemente insieme a tutta la squadra a causa dei contagi. In pratica sono qui da due mesi ma uno l’ho trascorso chiuso in casa. Poi è cominciato il campionato e tutto il lavoro legato ad esso, quindi non ho avuto molto tempo per conoscere la città. Sono riuscito a fare soltanto una passeggiata in centro».
Ma Savignani non è solo a Ravenna: «Fortunatamente c’è mia moglie qui con me che mi sostiene e mi supporta sempre. Mi segue in tutti i miei spostamenti - conclude il vice allenatore di Ravenna - e per me è un aiuto importantissimo».
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