Basket A2, l'ex Venuto sogna un altro derby speciale per l'OraSì: "Che emozione debuttare al De Andrè"
Stefano Pece
L’OraSì parte con il piede giusto in campionato e fa il pieno di entusiasmo andando a vincere il derby in casa di Forlì e regalando una gioia doppiamente grande ai propri tifosi. Una vittoria figlia della gestione sapiente di Cancellieri, abile nelle rotazioni in panchina e dell’esperienza dei veterani, soprattutto Sergio e Chiumenti. Da un derby all’altro: domenica (ore 18) l’OraSì riceve Ferrara per la seconda giornata di campionato e Marco Venuto, ex della sfida, è l’interlocutore ideale per inquadrare il debutto in casa e per riavvolgere il film dell’Unieuro Arena.
Venuto, partiamo da Forlì. Che gara è stata?
«Una vittoria super. Abbiamo giocato 28 minuti di ottima pallacanestro, meglio di come avessimo mai giocato fino adesso. Poi contro una squadra come Forlì, sul suo campo, è normale subire un break. La nostra bravura è stata nel non andare in barca e mostrare carattere proprio in quel momento».
E’ partito in quintetto al posto di Potts. Come si trova con Marino?
«Ci troviamo benissimo perché più giocatori di qualità ci sono in campo, più è bello giocare a pallacanestro. Tommy è un giocatore che sa leggere il gioco e riusciamo ad alternarci benissimo sia nel ruolo di play che in quello di guardia».
Che cosa le chiede Cancellieri?
«Di trasmettere voglia di vincere e dare sicurezza attraverso la mia esperienza. Nei momenti di difficoltà poi devo cercare di dare una mano sia in attacco che in difesa».
Ha parlato di voglia di vincere. L’anno scorso da sesto uomo è risultato fondamentale per la promozione della Fortitudo in A.
«È stata un’annata spettacolare, a maggior ragione a Bologna dove il basket è sentito moltissimo. C’è anche tanta pressione perché circolano sempre grandi nomi in squadra e c’è un’aspettativa enorme. Infatti mi ha insegnato tantissimo giocare con campioni come Mancinelli, Delfino e Leunen, gente che oltre ad essere forte, si è dimostrata molto disponibile a mettersi al servizio della squadra perché sa che è solo attraverso il gruppo che si ottengono i risultati».
Come si è trovato con Martino che a Ravenna ha lasciato un bel ricordo?
«Con Antimo si è creata subito una bella sintonia perché è una persona schietta con cui si può parlare chiaro. Ha saputo trovare gli equilibri giusti in un gruppo di 10 giocatori che avrebbero potuto giocare titolari in qualsiasi squadra. Ci sentiamo ancora e si è creata una bella amicizia».
Ha parlato prima di gioco di squadra. L’OraSì domenica ha dimostrato proprio questo, vincendo con gli italiani dopo che Thomas era uscito per falli.
«È stato ancora più bello così. Gli americani possono vincerti 10 partite in una stagione, ma non si può preparare sempre la partita su di loro. Serve che ognuno faccia il suo e serve che tutti possano diventare protagonisti. Domenica è stato Sergio, in altre occasioni potranno essere altri. Così si diventa anche più imprevedibili e difficili da arginare».
Lei ha giocato a Ferrara: com’è l’ambiente estense?
«Avverto molto entusiasmo perché hanno cambiato presidente e general manager. Poi nelle ultime 10 partite dello scorso anno è arrivato Spiro Leka che è un ottimo allenatore. Hanno tenuto Campbell e Fantoni inserendo accanto a loro ottimi giovani. Mi sembra una squadra solida che potrà fare bene, ma noi giochiamo in casa e se giochiamo con la nostra mentalità possiamo vincere».
Molti di voi non hanno mai giocato al Pala de André con la maglia giallorossa. Sarà un debutto a tutti gli effetti poché vi allenate al Pala Costa.
«Non vediamo l’ora. Però vorrei sottolineare che è bellissimo allenarsi al Pala Costa perché ha tutte le strutture che servono alla squadra ed è molto raccolto, l’ideale per preparare la partita».