Basket A2, intervista a Sergio Giovannelli: «OraSì-Rieti, la mia partita del cuore: per Ravenna è la gara della svolta»

Romagna | 15 Aprile 2023 Sport
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Riccardo Sabadini
Dopo la sconfitta nelle prime due giornate del girone Salvezza, è già ultima spiaggia per l’OraSì che è chiamata alla riscossa per rimanere agganciata al treno playout: per farlo dovrà sconfiggere domenica la Kienergia Rieti che, al pari dei giallorossi, ha rimediato due sconfitte nelle prime due gare della seconda fase ed è appaiata a Musso e compagni all’ultimo posto con 6 punti. In settimana è arrivato l’esonero di quello che sarebbe stato il grande ex della partita: Gabriele Ceccarelli è stato infatti sollevato dall’incarico di allenatore della Npc, dopo un rendimento, nell’ultimo periodo, alquanto deludente. Ad onore del vero va detto che il roster della squadra reatina è forse uno dei più deboli dell’intero campionato e che anche gli infortuni non hanno dato tregua, con Jordan Geist, il riferimento offensivo della Kienergia, costretto a saltare più della metà delle partite. Ceccarelli sarà sostituito ad interim dal vice Andrea Ruggieri. Ravenna-Rieti sarà però una partita speciale anche per una persona che avrà il cuore diviso esattamente a metà: Sergio Giovannelli, papà di Nicola, under promettente dell’OraSì, è nato e cresciuto a Rieti ed è stato un giocatore fondamentale per la Rieti che negli anni ‘90 ha conquistato una storica promozione in B d’Eccellenza dopo aver perso due finali. Ora il figlio veste i colori giallorossi, per lui sarà un vero e proprio derby del cuore.
Sergio, quella di domenica è una gara che sa, soprattutto per Ravenna che gioca in casa, da ultima spiaggia. 
«La partita di domenica per Ravenna dev’essere quella della svolta se vuole rimanere attaccata al carro delle altre. Mi aspetto una partita nervosa, Rieti gioca a punteggio basso puntando molto sulla difesa non avendo tanti punti nelle mani. Sarà una gara tesa, con tanti errori da entrambe le parti perché tutte e due sentiranno il peso della posta in palio. Ravenna non dovrebbe avere Vrankic mentre Rieti dovrebbe avere Geist anche se non al meglio, visto che nel finale con San Severo è rimasto in panchina, sicuramente anche quest’aspetto inciderà. Rieti, nonostante la sconfitta contro San Severo, è stata in partita fino agli ultimi possessi, così come del resto Ravenna non ha mai sbragato».
Ravenna, dopo una fase di grande crescita, sembra in un momento un po’ difficile.
«C’è stato un momento in cui l’OraSì andava molto bene, sembrava aver trovato la quadratura del cerchio, era ben organizzata, con un gioco sotto controllo, seguivano bene le indicazioni del coach, riuscivano a mettere sul parquet una buona difesa, facendo le scelte giuste, sicuramente sono una squadra un po’ umorale, quando vanno bene le cose riesci ad essere più motivato e tutto viene più facile. Le ultime due sconfitte sono state pesanti, soprattutto quella in casa contro la Juvi Cremona, dove Ravenna avrebbe dovuto conquistare i due punti. Purtroppo, è il bello ed il brutto della pallacanestro: a volte partite che sembrano vinte vengono perse così come è successo, durante questa stessa stagione, il contrario con rimonte incredibili e vittorie inaspettate. Non era il momento adatto perché succedesse questo: nulla però è compromesso, i ragazzi sono motivati e ci tengono, hanno la giusta convinzione, il gruppo è unito. Pagano la panchina corta di talento ma la volontà ce l’hanno, servirebbe uno spunto che potrebbe venire proprio da una vittoria domenica in un match così importante».
Lei conosce bene le due città e le società, che ambienti sono per la pallacanestro?
«A Rieti sono letteralmente drogati di basket, abbiamo due società, una in A2 e una in B, prima in classifica, ambiziosa, che vuole a tutti i costi salire. Entrambi i presidenti sono ragazzi che son cresciuti col basket, hanno vissuto la storia della prima Sebastiani ed i momenti d’oro della pallacanestro reatina, se a Ravenna ci fosse stata quella passione negli anni passati, il Pala de André non sarebbe bastato. Un giocatore sicuramente sta molto più tranquillo in un ambiente come Ravenna, a Rieti, proprio per via della grande passione, subentrano pressioni ed a volte critiche non sempre positive. D’altro canto, in alcune gare tirate a Rieti il pubblico è stato il vero e proprio sesto uomo in campo, ricordo ad esempio una rimonta contro la Virtus Roma dal -21 per andare a vincere in una bolgia pazzesca».
Domenica, quindi, sarà una sorta di derby del cuore per lei, bandiera di Rieti e con suo figlio giovane promessa dell’OraSì.
«Non è la prima volta che queste due squadre si affrontano, già due anni fa avevano giocato contro nel periodo del Covid, sicuramente col pubblico sarà diverso, ho più coinvolgimento anche per mio figlio che all’epoca aveva solo 16 anni ed era una specie di mascotte, mentre ora è cresciuto. Sarebbe bello se riuscisse a scendere in campo qualche minuto ma capisco che ora per Ravenna le esigenze sono altre».
Come procede il suo processo di crescita?
«Quest’anno è stato in doppio tesseramento con il Grifo Imola in C Silver, dove ha molti minuti, spazio e responsabilità, sta segnando parecchio (viaggia ad oltre 15 punti di media con un high di 35), è un campionato in cui si è confrontato con i senior; i senior delle Minors sono un po’ più ruspanti, dove non arrivano con le buone arrivano con le cattive e questo è sicuramente un’esperienza molto formativa per il suo percorso di crescita, gli tornerà utile nei prossimi anni».
Quindi domenica chi vince?
«Non voglio esprimere una preferenza, anche se purtroppo la partita non può finire in pareggio. Spero che sia una bella partita combattuta, penso che vincerà chi avrà i nervi più saldi».
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