Basket A2, ecco tutti i numeri che incoronano i due Usa dell'OraSì

Stefano Pece
A Osimo, dove gioca quest’anno la Ristopro Fabriano le partite di casa, è arrivata un’altra vittoria per l’OraSì figlia della concretezza di un gruppo sempre più solido e unito che sta crescendo in maniera esponenziale anche dal punto di vista offensivo. Se fino ad ora la difesa aveva costituito il punto fermo dei risultati della squadra, da un paio di partite a questa parte si avverte una nuova consistenza offensiva e una quantità di soluzioni che poche altre squadre possono vantare. Sei uomini in doppia cifra sono un indizio evidente che le frecce all’arco di Lotesoriere sono tante e molto ben distribuite. Tra queste spiccano i due americani Austin Tilghman e Lewis Sullivan, due rookies del campionato italiano, che stanno facendo stropicciare gli occhi sia ai propri tifosi che agli avversari. Scegliere bene gli americani nel mare magnum di giocatori statunitensi che si affacciano al professionismo dalle leghe minori americane o che hanno già avuto esperienze in anonimi campionati europei è piuttosto complicato. Ne sanno qualcosa Julio Trovato e Massimo Cancellieri i quali l’anno scorso hanno sbagliato la guardia a stelle e strisce, optando per un Ra’Shad James mai decisivo. Dunque non era cosa scontata pescare due giocatori funzionali al gioco di Lotesoriere solo dai video di scouting. 

LE CIFRE
I due americani in giallorosso non stanno offrendo soltanto un corposo contributo offensivo, ma risultano determinanti anche in difesa. Tilghman per esempio è il giocatore che ruba più palloni nel girone Rosso, 2.6 a partita (3 nella sfida con Fabriano), mentre Sullivan è il miglior rimbalzista difensivo con 6.4 carambole raccolte a ogni partita. Senza contare i palloni sporcati e i rimbalzi di squadra. Sul versante offensivo poi i due stanno tenendo medie altissime. Domenica scorsa Sullivan è arrivato alla sua seconda «doppia doppia» consecutiva (12 punti e 15 rimbalzi), mentre Tilghman, oltre a essere il secondo rimbalzista della squadra (6.4 a partita di cui 2 offensivi) è fra i primi cinque del girone per assist serviti, 3.6 a partita, risultando anche il primo per valutazione con 21.6 di media. Per quanto riguarda la media punti, Tilghman mostra di avere mani buonissime anche in chiave di finalizzazione e non ha paura di buttarsi dentro a tutta forza grazie al suo fisico possente che gli consente di avere un mismatch fisico favorevole praticamente con chiunque. Il play americano segna 17 punti a domenica risultando il sesto realizzatore del girone, laddove però ha una presenza media sul parquet di almeno 3 minuti inferiore ai primi 5 della classifica. Ed è andato sempre in doppia cifra tranne che contro Verona (9 punti). Sullivan non gli è da meno poiché viaggia a quasi 11 punti di media, una media notevolmente migliorata da quando si è rimesso in pari con i compagni a livello fisico e tattico. Anche lui ha ciccato Verona, appena 6 punti segnati, e guarda caso è l’unica partita in cui la squadra ha perso.

LE STORIE
Parte del merito ovviamente va attribuita ai compagni che facilitano il lavoro ai due Usa. Simioni, per esempio, con Fabriano ha finalizzato ogni singolo pallone che Tilghman gli ha servito e a sua volta ha mandato l’americano a canestro almeno un paio di volte. E dire che Tilghman ha scelto di avere il numero zero sulla schiena per ricordarsi da dove era venuto. Bella e particolare la sua storia che parte dal college di Monmouth, New Jersey, dove per tutto il primo anno non ha trovato spazio in prima squadra. Come ha raccontato lui stesso questa estate, è a quel tempo che ha scelto il numero zero, perché dal niente è partito per costruire con le sue sole forze la propria carriera. L’infortunio di un compagno gli ha dischiuso le porte della prima squadra e da lì la sua carriera è decollata. Alla fine del quadriennio universitario è approdato subito in Europa e ha giocato con profitto sia nella prima serie portoghese che nella seconda lega francese. E ciò che impressiona è la costanza, poiché le cifre sono sempre quelle: 17 punti, 5 assist, 5 rimbalzi. In molti hanno paragonato Tilghman a Potts, per la sua statura di 185 centimetri e il tonnellaggio abbondante. E come Potts presenta la caratteristica di essere un notevole rimbalzista che non ha paura di niente e un importante uomo assist. Per ora però i punti segnati sorridono a Tilghman. I paragoni col passato finiscono qui poiché Sullivan invece non assomiglia a nessuno dei suoi predecessori. Viene da una famiglia nella quale sono tutti appassionati di basket, una famiglia che ha fatto sacrifici per permettergli di coltivare questa passione e farne una professione. Sacrifici che Lewis sta ripagando coi risultati. La sua prima esperienza da Pro è stata in Ucraina dove ha vinto la coppa di lega guadagnando il titolo di Mvp della manifestazione.