Basket A2 donne, confermata anche Franceschelli: "E-Work, non potevo lasciare una grande famiglia"
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Luca Del Favero
Visto che «squadra che vince non si cambia», anche il prossimo anno l’E-Work sarà in gran parte quella ammirata nei mesi scorsi. Dopo quella di Simona Ballardini è arrivata la conferma di Federica Franceschelli a cui seguiranno i rinnovi delle guardie Greta Brunelli e Sara Franceschini e delle lunghe Silvia Caccoli e Lucia Morsiani. Queste sono le certezze, ma grossissime chance di permanenza le hanno anche le pivot Beatrice Baldi e Serena Soglia, anche se il talentino faentino potrebbe provare un’esperienza in prestito in A1. Visto però lo scenario di incertezza dovuto al Coronavirus, è più che probabile che rinvii di un anno questa sua idea. Questo è il piano (budget permettendo) su cui Paolo Rossi e il presidente Mario Fermi stanno lavorando, poi c’è il rebus playmaker con due giocatrici tra Licia Schwienbacher, Arianna Meschi ed Elisa Chiabotto (la maggior candidata alla partenza) a contendersi la conferma, salvo l’arrivo di una quarta incomoda, ipotesi però improbabile. Tra i volti noti della prossima stagione ci sarà quello di Franceschelli al quarto anno in maglia E-Work: «La decisione di restare è nata principalmente per due motivi: dopo una stagione così particolare non potevo andare via e poi a Faenza sto bene. È una piazza magica dove giocare per il calore del pubblico che non ci abbandona mai neanche in trasferta e per la società che è formata da persone eccezionali: ogni anno fanno di tutto per riuscire a non farci mancare niente. Siamo davvero una grande famiglia».
È mai stata quattro anni in un club?
«Soltanto alla Magika Castel San Pietro, dove ho fatto tutte le giovanili e iniziato il mio percorso in prima squadra. Un anno in serie B, uno in serie A3 e due in serie A2 poi hanno deciso di ripartire dalla serie C e io sono andata a giocare a Bologna per una stagione».
Lei è una dei migliori difensori dell’A2: non ha mai avuto offerte dalla serie superiore?
«Le ho sempre rifiutate perché ho la fortuna di giocare per una società che ha come obiettivo quello di arrivarci. Se devo fare l’A1 voglio essere in una squadra di cui mi sento parte, con cui ho lottato e sudato per raggiungere questo grande obiettivo».
Ha qualche rammarico pensando alla scorsa stagione?
«Non si può negare il dispiacere per la conclusione a metà di un campionato che stavamo disputando alla grande e sono certa che potevamo arrivare in fondo: avevamo trovato un equilibrio perfetto e costruito la nostra identità. Nei playoff credo che poche squadre ci potessero fermare».
Quale ricordo le rimarrà maggiormente impresso?
«La vittoria in casa con Campobasso. Volevamo riscattare il ko ad Ariano Irpino e dedicare la vittoria al nostro presidente che era a casa con l’influenza. Abbiamo vinto grazie al canestro di Simona allo scadere: a pensarci mi viene ancora la pelle d’oca...».
Come vede la ripartenza della pallacanestro?
«Penso spesso alla prossima stagione e non nego che ho un po’ di paura, più che altro perché non si sa quando e come si ricomincerà e se si giocherà a porte chiuse o aperte. Qualcosa cambierà, ma l’importante è che sia fatto tutto in sicurezza per noi giocatrici e per il pubblico, che merita di assistere alle partite. Non sarà facile, ma si troverà un modo per venire incontro a tutti con grande attenzione».