Basket A2, con l’OraSì in campo non è mai finita: il 50% delle vittorie è arrivato in volata

Romagna | 22 Febbraio 2020 Sport
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Stefano Pece
Prima in classifica da mesi, il titolo di squadra più temuta da tutte le avversarie e quello di maggiore indiziata, nientemeno, per la promozione in serie A. L’OraSì 2019-2020 è tutto questo e molto di più. Eppure, a ben guardare, sono davvero poche le partite che la squadra di Cancellieri ha dominato largamente. La maggioranza delle sue vittorie è arrivata nell’ultimo quarto, se non addirittura negli ultimi secondi di gioco. D’altronde il coach l’aveva detto in tempi non sospetti: «Non credo che per noi quest’anno ci saranno vittorie facili. Ci sarà da lottare e da sudare ogni domenica, ma a costo di essere brutti, sporchi e cattivi, quello che ci interessa è avere i mezzi per combattere». E i mezzi, questa OraSì, li ha trovati.
Sono nove le sfide che ha vinto nel quarto periodo, addirittura cinque delle quali risoltesi negli ultimi due minuti, una negli ultimi cinque e tre sulla sirena. È abituata quindi a giocarsi partite sul filo di lana e ha cominciato presto a farlo in questa stagione. Ad esempio nelle prime due di campionato, i derby con Forlì e Ferrara. Andamento simile, epilogo identico. A Forlì, a 4 minuti dalla fine, Ravenna è sotto 70-61, ma i padroni di casa non segneranno più e, con un parziale di 15-0 in pochi giri di lancette, Ravenna si aggiudicherà l’incontro con Sergio grande protagonista. Con Ferrara, a 2 minuti dalla sirena, il risultato è 65-65, poi la zampata giallorossa a firma Thomas-Potts per il 72-67 finale. E ancora con Caserta, in casa, alla quarta giornata. A 1’20” dalla sirena le squadre sono vicinissime, con Ravenna che conduce 90-89, poi ci pensano Thomas e Marino e l’OraSì vince 97-92.
Con Udine invece sono gli ultimi 5 minuti quelli decisivi. Al 35’26” le squadre sono pari 60-60, poi l’OraSì allunga e non si volta più indietro: vince 73-65. Due volte fatali per gli avversari gli ultimi 50” di gioco. La prima in data 5 gennaio, la sede il Pala de André, l’avversario la Tezenis Verona. Al 39’08” le squadre sono sul 65-65, poi un rimbalzo di Potts, la tripla di Marino e i liberi sbagliati da Severini consegnano la vittoria all’OraSì: 69-65. Situazione simile il 16 gennaio con Piacenza, sempre al De André. Al 39’06” Ravenna è avanti di 2, 82-80, ma l’Assigeco ha ricucito per due volte da -6 e sembra avere più energia dei giallorossi. Non è così poiché i liberi di Venuto, il canestro di Treier e una buona difesa nell’ultima azione di gioco, fruttano all’OraSì il definitivo 85-80.
Poi ci sono le vittorie all’ultimo tiro. A San Severo alla decima con magia di Thomas sulla sirena per il 77-79 che sbanca il palazzetto pugliese e a Mantova due domeniche dopo. L’OraSì vince alla Grana Padano Arena alla stessa maniera, con un canestro di Thomas a 3 secondi dal termine: 74-75 e i 2 punti prendono ancora una volta la direzione di Ravenna. L’ultima della serie è quella di domenica scorsa. Dopo un lungo inseguimento e dopo essere stata sotto anche di 12 punti, al minuto 38’20” l’OraSì è ancora in svantaggio 74-73. La decide un canestro di tabella di Marino e una buona difesa su Miles dello stesso Marino negli ultimi 14 secondi di partita: 76-74 e ventesima vittoria in campionato. Si tratta del nono successo nel quarto periodo, il che significa che quasi il 50% delle volte l’OraSì ha dovuto lottare fino all’ultimo per vincere, ma ce l’ha fatta quasi sempre. Quasi è la parola giusta perché in un unico, singolo caso l’OraSì ha perso. È accaduto a Imola il 3 novembre 2019. Al 23’ i giallorossi sono avanti di 17 punti e la partita sembra già chiusa. Eppure, piano piano, Imola recupera punto su punto. Al 38’ però Ravenna è ancora a +7, ma ancora una volta Imola ricuce. I tempi regolamentari si chiudono sul risultato di 82-82. Si va all’overtime e qui Ravenna crolla. Perde 96-92, e si tratta dell’unica vera sconfitta evitabile di questa fortunata stagione. Domenica 23 febbraio, alle ore 18, c’è di nuovo Mantova sulla strada dell’OraSì. Una Mantova che evoca quindi bei ricordi, ma che è squadra da prendere assolutamente con le pinze e non soltanto perché mancherà Kaspar Treier. Si gioca al De André e chissà che non ne venga fuori un altro finale all’ultimo tiro.
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